Molte persone adulte o anche giovanissimi soffrono di una grave patologia: l'ipertensione arteriosa , la quale è una condizione morbosa data da un aumento dei valori della pressione arteriosa sistolica o massima (rilevabile durante la sistole che è la fase di contrazione del cuore) e della pressione diastolica o minima (determinata dalla fase di riposo o rilasciamento del muscolo cardiaco).
L'ipertensione è pericolosa, perché il cuore deve sostenere uno sforzo superiore alla normalità e, se è prolungato, può portare ad un ingrossamento del cuore stesso; inoltre il sangue che scorre nei vasi con una pressione elevata li sottopone ad una eccessiva usura e può danneggiarli gravemente, coinvolgendo in questa situazione anche tessuti e organi irrorati dai vasi colpiti, in particolare cuore, cervello, reni e occhi.
Non sempre chi soffre di ipertensione arteriosa se ne rende immediatamente conto,la pressione del sangue si chiama pressione del sangue e determina la forza con cui il sangue viene spinto attraverso i vasi. Il cuore svolge un’ azione di pompa che spinge il sangue nei vasi sanguigni.
La pressione del sangue dipende dalla quantità di sangue che il cuore spinge quando pompa e dalle resistenze che possono esserci al suo scorrere. Alla fase di contrazione della pompa-cuore corrisponde la fase sistolica mentre a quella della dilatazione cardiaca corrisponde la diastole; se poi misuriamo alla periferia la forza massima con cui il liquido arriva e quella minima quando rallenta avremo appunto i valori di pressione massima e minima (sistolica - diastolica) del sistema.
L' ipertensione arteriosa è uno stato costante e stabile in cui la pressione arteriosa è elevata rispetto agli standard fisiologici considerati normali. Per quanto relativamente ai valori della pressione arteriosa sia difficile stabilire dei parametri di normalità , è giusto definire dei limiti di normalità.
Si parla di pressione arteriosa ottimale < 120/< 80, normale < 130/< 85, normale-alta 130-139/85-89 e di ipertensione 140/90; se i valori di pressione sistolica e diastolica di un individuo cadono in 2 differenti categorie, si deve classificare il paziente nella categoria più alta.
Solitamente si dice che una persona soffre di ipertensione arteriosa quando la sua pressione
arteriosa minima supera "costantemente" il valore di 90 millimetri di mercurio e la pressione massima supera il valore di 140 millimetri di mercurio (dopo i 60 anni di età si accettano valori leggermente più alti).
Il problema della costanza è indispensabile in quanto sono molte le variazioni che può subire la pressione arteriosa sia verso l’alto sia verso il basso. La pressione arteriosa sia massima che minima sono più alte al mattino appena svegli, per ridursi durante la giornata, aumentando poi verso la sera fino a nuovamente ridursi di molto mentre si dorme.
Si possono distinguere due tipi di ipertensione arteriosa : 1 essenziale, 2. secondaria: come conseguenza di patologie endocrine, di difetti enzimatici surrenali, di problemi vascolari, come una stenosi, cioè un restringimento dell'aorta, e di patologie renali.
La terapia per questo tipo di ipertensione arteriosa si basa sulla valutazione e sulla risoluzione della causa, che talvolta può essere anche chirurgica. Nella maggior parte dei casi l'ipertensione
arteriosa secondaria viene guarita dopo che la causa è stata scoperta e risolta.
Spesso l'avanzare dell'età è accompagnato da ipertensione arteriosa è presente anche nei soggetti che non hanno mai presentato precedentemente il problema o che addirittura in gioventù avevano il problema opposto.
Cure certe e sicure per i problemi dell'ipertensione arteriosa non ce ne sono in quanto non sono certe e sicure nemmeno le cause, anche se fondamentali sono l’alimentazione scorretta e lo stress psico-emotivo, sui quali fattori è necessario porre una certa attenzione.
A volte dati soggetti potrebbero anche non rendersene conto, la pressione va quindi misurata con una certa sistematicità, specialmente ad una certa età oppure quando si manifestano i primi leggeri sintomi di cefalea, astenia, cioè stanchezza fisica e intellettuale, nervosismo, insonnia, vertigini, ronzii.
Se trascurata l'ipertensione arteriosa può causare problemi al cuore (angina, infarto, scompenso cardiaco), insufficienza vascolare cerebrale o renale con anomalie ematiche rilevabili in laboratorio, offuscamento della vista (da retinopatia), aneurisma dell'aorta.
L'ipertensione arteriosa essenziale può essere curata, ma non guarita. La terapia medica contro l'ipertensione è molto efficace, se seguita con attenzione e costanza, e riduce significativamente il problema ed eventuali complicazioni mantenendo la pressione a livelli accettabili, ma se si sospendono i medicinali l'ipertensione tende inevitabilmente a ripresentarsi.
La decisione di trattare i pazienti con ipertensione non dovrebbe basarsi soltanto sul livello della pressione arteriosa, ma anche sulla presenza di altri fattori di rischio, di malattie concomitanti, di danno d'organo, di malattie cardiovascolari o renali, nonché di caratteristiche o elementi personali, medici e sociali inerenti il paziente.
Per valutare il gradi di rischio del paziente va presa in considerazione l'età, il sesso, il fumo, il diabete, il colesterolo, la storia familiare, pregresse malattie cardiovascolari o renali in età precoce, il danno d'organo.
Si somministrano uno o più farmaci ad azione antipertensiva, come i diuretici, i vasodilatatori, i calcioantagonisti, i betabloccanti e altri simili, quindi il controllo medico è essenziale per definire la cura più adeguata e l'associazione farmacologica migliore per risolvere il problema specifico e per tenere sempre sotto controllo l'ipertensione ed eventuali alterazioni ad altri distretti.
L’ipertensione arteriosa rappresenta una delle patologie più diffuse del nostro secolo, basti pensare che negli Usa la terapia per questa malattia è la seconda causa di richiesta di assistenza medica, dopo le affezioni delle vie respiratorie. Però solo la metà delle persone affette da ipertensione sa di esserlo, solo la metà di quest’ultimi fa ricorso a una terapia farmacologia adeguata e solo una metà di questi ha un buon controllo pressorio.
Spesso dopo la diagnosi, le domande di delucidazioni del paziente riguardo le cause del problema vengono disattese contribuendo a creare un alone di mistero intorno alla malattia. L’ipertensione arteriosa è una problematica sanitaria quantitativamente importante: si calcola che nel mondo occidentale ne sia interessato il 15-30% della popolazione adulta.
Per la cura dell'ipertensione arteriosa la medicina tradizionale offre una serie di validi strumenti e di esami di laboratorio che permettono una diagnosi precisa dell’ipertensione. Attraverso questi esami è possibile individuare la terapia più efficace per ciascun paziente. Infatti, non tutti gli ipertesi hanno bisogno di cure farmacologiche e gli stessi farmaci antipertensivi sono da personalizzare.
Relativamente alle cure alternative l’omeopata in caso di ipertensione arteriosa in genere opera in due modi: cerca di individuare la "costituzione" o caratterizzazione fisico - psichica della persona per armonizzarla con rimedi specifici, nel secondo modo fornisce al paziente le indicazioni di utilizzo di cosiddetti rimedi di intervento rapido secondo i sintomi che accompagnano un rialzamento improvviso della pressione arteriosa. Alcuni rimedi proposti da quest’ultima terapia sono:
· Ipertensione arteriosa con mal di testa e vertigini. I sintomi compaiono all’improvviso ed il mal di testa è descritto con un senso di pressione interna, le vertigini si presentano muovendo il capo e spesso ci sono palpitazioni con ansia descritta come "paura di morire". Il rimedio omeopatico adatto è aconitum.
· Ipertensione con vampate di calore. "Glonoinum" è il rimedio per le crisi di pressione alta caratterizzata da senso di calore al capo con mal di testa pulsante. La pulsazione talvolta è come avvertita in tutto il corpo ed è esacerbata dal calore e dallo stare sdraiati.
· Ipertensione con ansia. Caratteristica di questa crisi ipertensiva è quella di insorgere in momenti di ansia o stress ed i sintomi, oltre all’ansia che aumenta talvolta inspiegabilmente, sono: palpitazioni, senso di testa pesante (come "troppo piena"), desiderio impellente di aria fresca, voglia di cibi dolci e zucchero nonostante questi provochino, una volta assunti, acidità di stomaco. Gli omeopati in questa situazione consigliano argentum nitricum.
· Ipertensione da eccesso di fegato. La collera è la causa principale di questo tipo di pressione alta ed i sintomi sono: vertigini, "senso di sbandamento", mal di testa con tensione alla parte alta della nuca, irritabilità, bocca amara, insonnia, occhi spesso arrossati. Il medico agopuntore in questo caso cerca di mitigare l’energia in eccesso del fegato e di abbassare direttamente la pressione.
· Ipertensione da deficit renale. La paura, l’ansia, lo stress sono le basi energetiche negative di questo tipo di ipertensione connotata da mal di testa con senso di "vuoto", ronzii auricolari, vista offuscata, capogiri, insonnia, diminuzione della memoria, debolezza della colonna vertebrale soprattutto lombare. Il medico esperto in agopuntura in questo caso opera cercando di aumentare l’energia renale e di mitigare direttamente la pressione alta.
Le più importanti correnti di studio psicosomatico dell’ipertensione arteriosa sono quella di psicologia comportamentale e quella su base psicoanalitico - simbolica.Psicologia comportamentale ed ipertensione.
Secondo questa scuola agli stress ambientali ed emotivi intensi e ripetitivi alcune persone risponderebbero più che con normali reazioni comportamentali (come il pianto e l’aggressività) con un’attivazione del sistema nervoso che non è controllabile dalla volontà cui consegue una costrizione dei vasi arteriosi. Si creerebbero così maggiori resistenza all’affluire del sangue e dunque ipertensione arteriosa.
Di recente alcuni disturbi della psiche sono stati considerati da Jula per valutare l'eventuale associazione con l'ipertensione. Fattori psicologici possono aumentare acutamente la pressione arteriosa, ma come poi possano condurre ad una stabile elevazione pressoria, come descritto da alcuni, non è ben noto.
In uno studio che valutava disordini quali l'espressione della collera, l'ansia, l'ostilità, la depressione e l'alessitimia, cioè la scarsa capacità di provare ed esprimere emozioni e la difficoltà nel descriverle agli altri, si è visto che solo quest'ultima condizione sembrava correlata all'ipertensione arteriosa e poteva differenziare il gruppo in osservazione rispetto ai controlli.
In realtà gli altri sintomi di disturbo psichico possono fluttuare con il tempo e le circostanze, mentre l'alessitimia è generalmente considerata una caratteristica stabile della personalità, spesso associata al sesso maschile, a basso livello culturale, basso livello socio-economico, debolmente associato all'avanzare dell'età.
Vi sono anche teorie non solo socioculturali ma anche neurobiologiche, le quali suggeriscono che questa condizione può essere correlata all'interruzione della comunicazione limbica-neocorticale, o che possa risultare da un deficit nella comunicazione interemisferica o da una disfunzione dell'emisfero destro.
Le teorie psicologiche invece suggeriscono che la crescita in un ambiente privo di stimoli emozionali, un rapporto materno incapace di far prendere coscienza delle emozioni, o un trauma psicologico importante nella storia passata possano essere determinanti per lo sviluppo di questa patologia.
Sembra di poter dire che il rapporto tra ipertensione arteriosa e psiche passa attraverso l'intreccio di reazioni biologiche e comportamentali. I sistemi percettivi e i meccanismi di scelta non sembrano capaci di rispondere a stimoli biologici e a stress psicologici continuamente, ma tendono a prolungare la fase di adattamento biologico-comportamentale e funzionale non intenzionalmente fino a raggiungere un nuovo equilibrio ma ad un livello superiore, che può essere a volte durevole ma a volte piuttosto precario.
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2 commenti:
Complimenti per il blog, è davvero interessante, continuerò a seguirvi.
Un saluto
H.
http://vivizen.blogspot.com/
Ciao H, grazie!
Mi paicerebbe però sapere il tuo nome vero...
Inoltre ti consiglio anche il blog aperto da poco:
come-migliorare.blogspot.com
Buona lettura e a presto.
Ciao
Dott.ssa Federica Goia
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