sabato 31 ottobre 2009

Tranquillità Anche Con La Febbre

Capita a tutti i neo genitori, quando il proprio cucciolo ha la febbre ci si allarma sempre tanto, mentre invece sarebbe importante imparare a mantenere la tranquillità, mentre troppe volte ci si fa prendere dal panico somministrando farmaci a non finire se non la corsa al Pronto Soccorso.



Ecco che per far mantenere la tranquillità ai genitori anche se il bimbo ha la febbre il National institue of healt and clinical exellence ha proposto delle linee guida che forniscono indicazioni su come comportarsi quando un bimbo ha la febbre. Le indicazioni del Nice non considerano solo la temperatura, in quanto i bambini oltre l'anno anche con una febbre oltre i 39° non è un indizio importante soprattutto se dura pochi giorni e soprattutto se scende con l'assunzione di un antipiretico, se il bimbo è vivace e reattivo.



Diverso è il discorso con una febbre molto elevata con difficoltà respiratoria e mancanza di appetito, in quanto può essere il segno di una broncopolmonite.
Piuttosto che concentrare l'attenzione sulla febbre è più corretto osservare lo stato generale del bambino, tranquillità quindi se il bimbo presenta un colorito normale, respira e sorride bene, si dimostra reattivo agli stimoli.
Tranquillità anche se il bambino non è soggetto a sonnolenza, la pelle è ben idratata e le mucose di occhi e labbra sono umide come al solito.



Il pediatra invece va contattato nel momento in cui il bimbo appare pallido e poco reattivo agli stimoli, rifiuta il gioco e sorride meno del solito, va anche controllato il livello di sonnolenza, se il bimbo si addormenta spesso o si sveglia con difficoltà

Attenzione anche ai sintomi respiratori, importante è infatti osservare attentamente i lati esterni delle narici, se queste si alzano o si abbassano c'è una certa difficoltà di respirazione , così come i battiti cardiaci devono essere inferiori ai 50 al minuto.

E' bene inoltre controllare la giusta idratazione del bambino, il corpo umano per stare bene deve contenere un'alta percentuale di acqua per garantire un sufficiente livello di idratazione alle cellule. In queste condizioni cuore, polmoni e tutti gli organi vitali possono lavorare bene, mantenendo salute e vita.

Il discorso è ancora più valido sul delicato organismo di un bambino., è importante verificare che il bambino produca una sufficiente quantità di urina, se la diuresi cala è segno di disidratazione. Altro elemento fondamentale è il peso del piccolo, pesandolo appena comincia a manifestare i sintomi di una gastroenterite, se dopo qualche giorno si nota un calo di almeno il 10% è segno di disisdratazione, ecco che il pediatra va contattato subito.

Ci sono poi casi in qui pur senza perdere calma e tranquillità, il bambino va portato con urgenza al pronto soccorso, sotto i tre mesi di vita la febbre va comunque considerata un elemento importante. Se è oltre i 38 e non scende meglio recarsi al pronto soccorso per escludere una broncopolmonite.

Per agire in tranquillità e decidere di portare il bimbo al pronto soccorso ci sono anche altri elementi da valutare , il colorito, tranquilli se è colorito, da preoccuparsi se è cianotico o non respira bene, sonnolenza e torpore sono un segno allarmante.

Sotto i tre mesi di vita si dovrebbe inoltre valutare il grugnito che i bambini emettono durante la respirazione, il grunting è un segnale che il bambino ha serie difficoltà di respirazione, va poi osservato lo stato della fontanella, se la pelle è tesa non è un buon segno così come se il tono muscolare è assente.

Nel momento in cui il bimbo è grande i sintomi di un malessere serio sono diversi, oltre all'anno di vita oltre alla febbre persistente è da preoccuparsi per la rigidità di nuca, collo e difficoltà di movimento. Se si fa camminare il proprio bimbo c, costui ce la fa allora via libera alla tranquillità perché è un segno positivo, mentre se cade allora è il caso di andare al Pronto Soccorso.

Sotto i 38° di febbre è meglio di evitare di somministare farmaci, sia ad adulti che a bambini, mentre è importante che il bimbo non sia eccessivamente coperto perché così facendo , oltre a fargli salire troppo la febbre,. gli si crea un'inutile quanto dannoso senso di disagio. Meglio vestirlo con un pigiamino di cotone, tuta o golfino leggero senza costringerlo necessariamente al letto.

Per favorire lo stato di benessere è importante assecondare i suoi desideri in fatto di cibo e bevande, i bimbi che prendono il latte al seno lo possono fare ancora in tutta tranquillità, suzione e colore materno sono fonte importante di conforto. Nel momento in cui il bambino ha la febbre può avere meno appetito perché l'organismo è in fase di " risparmio energetico" da dedicare alla lotta contro l'infezione. Se invece ha appetito è bene assecondarlo con un piatto do pasta o riso in bianco, una patata lessa, frutta cotta, così facendo c'è del cibo per saziarlo e dei liquidi per idratarlo.

Oltre all'acqua è importante che il bambino beva latte tiepido, succhi di frutta, tè deteinato, considerando che è bene che beva 8-9 bicchieri di liquidi al giorno, comprese le minestrine e i brodi di pollo.

Nel momento in cui la febbre determina del disagio al bimbo sono necessari gli antipiretici, come il paracetamolo, che permettono di abbassare la febbre e attuano un meccanismo biochimico che favorisce la dispersione del calore; un altro farmaco importante per la tranquillità dei genitori quando il piccolo ha la febbre è l'ibuprofene, che oltre ad abbassare la temperatura ha un effetto antinfiammatorio , alleviando mal di testa e dolori muscolari.

Per quanto riguarda le dosi di somministrazione del farmaco rivolgetevi sempre al pediatra, nell'eventualità che non ci sia al farmacista di fiducia.

giovedì 29 ottobre 2009

L'epidurale Per Un Parto Senza Dolore

Circa 10 anni fa è stata effettuata un' indagine Istat su un campione rappresentativo di italiane che rivelò come nel nostro Paese l' epidurale è usata solo dal 3% delle pazienti.
Oggi la percentuale è salita al 16% , rimane quindi bassa se confrontata all'impiego di tale anestesia per un parto senza dolore nel resto dell'Europa.


Una situazione attribuibile a diversi fattori, religiosi, sociali , personali, strutturali ed economici, molti però rifiutano l'epidurale per un parto senza dolore a causa della paura dell'ignoto che il parto comporta.

A queste paure si associa la paura di rimanere paralizzata e di nuocere al bambino.
Il dolore del parto è una cosa che ogni donna si aspetta durante la gravidanza , ansia ed aspettative giocano un importante ruolo nell'atteggiamento della partoriente per scegliere o meno un parto con o senza l'epidurale.
La paura del male o di un eventuale esito negativo può determinare stati di sicurezza o insicurezza che amplificano la reazione al dolore che ovviamente è completamente soggettivo.

Il dolore però è inutile al parto ecco perché sempre più donne seguono il consiglio del ginecologo di affrontare il parto con l'epidurale per farlo senza dolore.
L'eccessiva reazione ad uno stimolo doloroso può avere effetti negativi sulle funzioni respiratorie, cardiocircolatorie ed endocrine della donna e sulla salute del neonato, ecco che per il bene di entrambe sarebbe meglio scegliere il parto con l'epidurale.

La decisione di un parto con l'epidurale per poterlo affrontare senza dolore deve essere accompagnata da una corretta informazione, per questo la maggior parte dei corsi di preparazione al parto offre la possibilità di un incontro preliminare con l'anestesista.
Viene inoltre precisata la necessità di sottoporsi ad una visita con specifiche analisi, visita che viene consigliata a partire dal sesto mese di gravidanza, verificando lo stato di salute della donna e le eventuali contro indicazioni.

La futura mamma poi viene invitata a sottoporsi all'elettrocardiogramma e ad alcuni esami del sangue dall'ottavo mese in poi , le viene inoltre fatto firmare un modulo di consenso informato che testimonia la presa di coscienza di tutte le informazioni, non vincolante perché la donna può poi anche cambiare idea.

Il momento giusto per l'analgesia è a travaglio avviato , la procedura richiede pochi minuti e non è dolorosa.
La partoriente verrà posta su un fianco, piegare il busto in avanti e introdurre nella schiena mediante un ago molto sottile che viene fatto risalire all'interno dello spazio epidurale.
Il catetere da la possibilità di somministrare dosi ripetute di farmaci in tempi diversi.

La presenza di un cateterino è per la donna una fonte di sicurezza, in quanto in caso di emergenza l'anestesista può procedere alla conversione dell'analgesia in anestesia per taglio cesareo.
Le dosi del farmaco sono calcolate in base al dolore e al tipo di travaglio e sono quindi personalizzate, sono comunque basse e quindi non ci sono negative conseguenze per nessuno.
L'effetto è quasi immediato ha una durata anche di diverse ore, la donna continua ad avvertire le contrazioni, ma senza tanto dolore.

L'epidurale inoltre riduce l'iperventilazione materna, abbassa i livelli di catecolamine , ormoni specifici rilasciati in situazione di stress, e diminuisce il livello di ossigeno.
Dopo il parto con l'epidurale non sono necessarie analisi, c'è la possibilità di allattare al seno.
L'epidurale non aumenta il rischio del taglio cesareo, ne negli anni successivi di soffrire di mal di schiena, difficoltà respiratorie o altro.

Anche la salute del bambino con l'epidurale viene messa al sicuro, favorisce una nascita meno traumatica.
I requisiti che fanno dell'epidurale una tecnica sicura per un parto senza dolore sono, l'efficacia in quanto le contrazioni vengono percepite senza troppo dolore sia dalla mamma che dal nascituro, la flessibilità per la possibilità di modulare la quantità di analgesico a seconda della fase del travaglio perché non influenza le dinamiche di parto e travaglio!!!

mercoledì 28 ottobre 2009

Ancora Acne Dopo La Maturità

Spesso si tende ad associare la comparsa del'acne all'adolescenza o alla prima giovinezza, spesso compare su viso e spalle, in qualche caso uno può ritrovarsi i brufoli sulla schiena, braccia e petto.
L' acne deriva dalla parola " acmè" che significa la punta, in effetti l'acne è caratterizzata dalla presenza di lesioni in rilevo sulla cute come esito di un meccanismo complesso.
Alla base del disturbo dell'acne anche dopo la maturità c'è un' iperattività degli androgeni, ormoni sessuali maschili presenti in modeste quantità anche nel corpo delle femmine.

Nelle persone che soffrono di acne anche dopo la maturità questi ormoni diventano più attivi provocando una serie di conseguenze sulle ghiandole sebacee, ovvero piccole strutture alla base dei follicoli piliferi con il compito di produrre sebo.


In normali condizioni il sebo viene convogliato mediante il dotto sebaceo, nel caso di presenza di acne le ghiandole sebacee a causa della stimolazione degli ormoni maschili si ingrossano e lavorano di più producendo sebo in eccesso.
Il dotto sebaceo tende ad ispessirsi ed il sebo finisce per accumularsi nel dotto, questo è il primo passo per la comparsa dell'acne.


Il sebo stagnante costituisce l'ambiente ideale per la proliferazione di batteri che si trovano naturalmente sulla pelle ma che solitamente sono innocui, nel ristagno di sebo invece i batteri avviano la produzione di enzimi, particolari sostanze in grado di dividere il sebo in molecole più piccole con spiccata azione antinfiammatoria, si innesca quindi un'infiammazione del follicolo pilifero e della pelle circostante fino a dare origine ala lesione acneica.

Ad essere colpiti dall'acne sono i ragazzi fra i 14 ed i 18 anni , periodo cruciale per la tempesta ormonale, fase che coincide con la maturazione delle ghiandole sessuali che iniziano a produrre ormoni androgeni, responsabili dell'acne.


Solitamente però una volta trovato l'assetto ormonale corretto il problema dovrebbe scomparire anche se si trova ancora chi pur essendo in fase di maturità ha ancora l'acne, così come fra i bambini o fra gli anziani.
In effetti ci sono alcuni fattori sia interni che esterni all'organismo che possono ispessire il dotto o stimolare gli ormoni androgeni e le ghiandole sebacee a lavorare di più , ai primi posti per chi soffre di acne anche dopo la maturità probabilmente soffre di una certa eredità, in qualche caso invece ci può essere la presenza di cisti ovariche.

A volte a favorire la comparsa dell'acne anche dopo la maturità ci può essere l'interferenza di qualche farmaco come il cortisone che viene usato per ridurre le infiammazioni, la vitamina B 12 usata per reintegrare le carenze alimentari, l'acido folico che con il ferro viene usato per curare l'anemia, antidepressivi come il carbonato di litio.



Ad aggravare il problema dell'acne anche dopo la maturità c'è sicuramente lo stress, infatti l'acne ha una sua base psicosomatica, può essere infatti l'esito di un disagio emotivo che si manifesta a livello corporeo mediante i brufoli.
La loro comparsa però fa si che la persona diventi più nervosa innescando un circolo vizioso.



Un errore comune è il pensare che l'acne sia un problema da sottovalutare soprattutto fra i giovani adolescenti , mentre invece servono cure adeguate e personalizzate, rivolgendosi prima di tutto ad un dermatologo di fiducia.


Con il fai da te che molti intraprendono si rischia solo di peggiorare la situazione, fin dalla prima visita lo specialista potrà individuare serietà e gravità del disturbo, eventualmente potrà richiedere un'ecografia delle ovaie permettendo di accertare la presenza o meno delle cisti ovariche.

A variare non è il livello degli ormoni nel sangue ma la loro attività, una volta stabilito lo stadio di evoluzione dell'acne il dermatologo potrà prescrivere una cura locale o per bocca.
Le cure locali per l'acne anche dopo la maturità sono costituite da gel, pomate da applicare quotidianamente sulle zone interessate, le più efficaci sono a base di antibiotici e benzoilperossido.


I primi sono farmaci in grado di porre fine alla crescita e alla moltiplicazione dei batteri responsabili delle papule e delle pustole e i più usati sono quelli a base di eritromicina, meclocinina e clindamicina.
Il benzoilperossido ha un'azione antibatterica e antimicotica riducendo i batteri responsabili dell'acne.


Inoltre aiuta a rimuovere gli strati superficiali della pelle sbloccando il dotto sebaceo, gli antibiotici sono maggiormente indicati per le forme pustolose mentre il benzoilperossido è usato soprattutto per comedoni e papule.
Oltre alle creme e ai gel il medico può anche consigliare qualche specifico trattamento per ridurre lo strato più superficiale della cute ed eliminano le cellule morte lasciando il posto alle cellule nuove.
Come conseguenza la pelle si rinnova e migliora il proprio aspetto, trattamenti che contengono microgranuli di cellulosa e si trovano sotto forma di creme o gel.

Il medico dopo aver pulito a fondo la pelle applica i prodotti con cautela, li lascia in posa per qualche minuto e li sciacqua con acqua tiepida , se durante l'applicazione si sente un certo pizzicore è il segno che il farmaco sta facendo il suo dovere. Considerando la loro azione esfoliante vanno sempre usati in associazione con creme nutrienti ed idratanti da applicare subito dopo il peeling.
Il numero delle sedute è variabile comunque si fanno a cicli di due-tre sedute a distanza di tre-quattro mesi.

Ora come ora il peeeling più efficace è quello con acido salicilico al 25-30% seguito da impacchi di vitamina E, la pelle viene prima levigata e assetata dall'acido e poi dissetata dalla vitamina e che grazie all'azione dell'acido riesce a penetrare più facilmente.


Questa sostanza ha un effetto antiossidante e rende la pelle più vellutata, inoltre oggi sono anche più sviluppati i peeling all'acido glicolico che leviga la pelle allentando i legami fra le cellule favorendone il naturale distacco.

Questo acido a basse concentrazioni può essere importante per l'acne comedonica in quanto favorisce aperta ed espulsione dei comedoni, ad alta concentrazione può essere usato per eliminare le piccole cicatrici derivate dalle lesioni dell'acne.


Al 70% può essere usato per eliminare le piccole cicatrici derivate dalle lesioni, da qualche anno è stato introdotto dell'acido glicolico al 65% in betaciclodestrine, sostanze derivate dall'mino che rilasciano l'acido glicolico evitando l'effetto vampata.



In caso di comedoni è molto usato anche l'acido retinico favorendone così la fuoriuscita dei punti neri e del flusso del sebo, esfolia la pelle liberandola dalle impurità e rendendola più luminosa.
L'acne inizialmente può dare l'impressione di peggiorare in quanto i comedoni maturano verso l'esterno migliorandone poi sensibilmente.



Nel momento in cui i trattamenti locali non danno gli esiti sperati o quando l'acne anche dopo la maturità è di una certa entità il medico può prescrivere farmaci orali.
In casi di acne pustolosa seria è indicata la minociclina cloridato, antibiotico che aiuta ad arrestare la crescita e la moltiplicazione dei batteri responsabili delle pustole.


Oggi si tende ad usarlo a bassi dosaggi: una pillola da 50-100 mg al dì per 3-4 mesi, può inoltre essere associato alle cure locali.
Se gli antibiotici non funzionano lo specialista può consigliare l'isotretinoina, derivato della vitamina A in grado di ridurre la produzione di sebo e l'accumulo di cellule morte nei follicoli piliferi. Questi farmaci hanno rivoluzionato il trattamento dell'acne anche dopo la maturità, ma va prescritto solo dai dermatologi che ne conoscono effetti collaterali e contro indicazioni come perdite di sangue dal naso, secchezza congiuntive, dolore e rigidità delle grandi articolazioni.



L'isotretinoina può provocare malformazioni al feto, meglio quindi durante il periodo della cura e fino a due mesi dopo la sospensione che le donne assumano la pillola anticoncezionale, nella maggior parte il dosaggio è di 0.5 milligrammi per chilo di peso corpororeo, si consiglia inoltre durante il trattamento una dieta povera di grassi per evitare l'aumento di colesterolo e trigliceridi nel sangue.

Inoltre esiste una cura per le donne che soffrono di acne dopo la maturità con squilibri ormonali , con un'eccessiva produzione di androgeni e per quelle con forme serie di acne senza aver avuto benefici da cure locali: una pillola a base di ormoni.


Si tratta di un'associazione tra anti-androgeni ed estrogeni, preparati che contengono sostanze come il ciproterone acetato e l'etinilestradiolo per almeno 6 mesi.
L'acne più seria detta acne cicatriziale può arrivare a distruggere alcuni strati della pelle determinando buchi di varie dimensioni , con la conseguenza di cicatrici permanenti, anche in questo caso lo specialista può intervenire con alcune sedute di peeling con la capacità di eliminare le cellule morte della pelle lasciando il posto a quelle nuove in grado di riparare le lesioni ed eliminare macchie e cicatrici.

Oltre alle sostanze usate per le lesioni normali si usa anche l'acido tricloroacetico, acido piruvico e resorcina, sarà comunque il dermatologo a stabilire la sostanza più adatta, anche se esiti ancora migliori si possono ottenere con il laser detto skin resurfacing il quale provoca la vaporizzazione degli strati superficiali dell'epidermide eliminando le rughe, macchie, cicatrici e altri inestetismi.

I tessuti una volta vaporizzati vengono asportati con un battutolo di cotone, la cura può essere effettuata su zone limitate del viso oppure su tutto il corpo, durando al massimo mezz'ora, dopo l'intervento la pelle può rimanere solo un po' arrossata per circa una settimana.

lunedì 26 ottobre 2009

ALLERGIE AI FARMACI

Tra le sostanze che danno allergia ma sono poco conosciute per quanto diffusa sono le allergie ai farmaci, ma le reazioni contrarie ai farmaci sono antiche quanto la medicina.
Come tutte le allergie, anche in questo settore si è assistito ad un certo aumento soprattutto nei Paesi avanzati.

Tutta questa esplosione di allergie è legata allo stile di vita , all'ambiente e all'abuso di farmaci .
I dati raccolti dall'Osservatorio Nazionale sull'impiego dei farmaci non lasciano dubbi : dal 2000 al 2006 sono state consumate più del 48% di dosi in più rispetto al solito.

Questo incremento dei farmaci pare dovuto a delle strategie di mercato ed in parte date dalla popolazione che sta diventando sempre più vecchia.
Si stima che circa il 10% degli individui abbia presentato particolari manifestazioni in seguito all'assunzione di medicinali.

Attenzione però che ci sono diversi tipi di reazioni e sitomi diversi che non devono essere confusi.
Innanzitutto non bisogna confondere allergia con effetti collaterali, anche se fanno sempre parte delle reazioni avverse ai farmaci che si dividono in reazioni prevedibili ed imprevedibili.
Tra le reazioni prevedibili sono legate alla dose assunta e si possono verificare in chiunque, ad esempio l'effetto lesivo per lo stomaco degli antinfiammatori , sonnolenza degli antistaminici, i tremori dei broncodilatatori.

Le reazioni impreviste invece si verificano solo nelle persone predisposte e comprendono sia le allergie o reazioni allergiche che le intolleranze che però non dipendono da una risposta del sistema naturale di difesa.
C'è chi si chiede come mai si sviluppano le allergie?
Per un errore del sistema immunitario il quale scambia un farmaco per un agente in grado di determinare una malattia e di conseguenza reagisce.

Le nostre difese quindi si ribellano contro una sostanza che nella maggior parte delle persone è detta terapeutica, in questi individui l'assunzione di un farmaco può determinare un'improvviso rilascio di un'elevata quantità di istamina.
In questi individui l'assunzione di un farmaco può determinare all'improvviso un rilascio di istamina e altre amine vasoattive, le quali sono sostanze contenute nelle cellule presenti in diversi organi e responsabili di manifestazioni allergiche.

Anche i sintomi sono diversi a seconda dell'organo colpito, se è presa esempio di mira la pelle si ha la comparsa di arrossamenti e gonfiori localizzati, se invece le malattie colpite riguardano l'apparato respiratorio , se sono interessate le zone dell'apparato digerente i disturbi saranno legati all'intestino, nel momento in cui ad essere colpito è l'apparato cardiocircolatorio si avrà lo shock anafilattico.

La maggior parte delle allergie ai farmaci colpisce la popolazione anziana perché si tratta di persone che assumono un maggior numero di farmaci, per lo stesso motivo i malati cronici rischiano di più.
Neanche i bambini sono così immuni al problema anche se con minor frequenza, per prudenza ai più piccoli si preferisce somministrare farmaci che meno di altri possono dare problemi, ad esempio il paracetamolo ed i macrolidi.

Soffrire invece di altre allergie come quella ai pollini non sembra essere un fattore predisponente a sviluppare allergie ai farmaci.
Per quanto riguarda i farmaci di per sè non si può prevedere con certezza la sua capacità di scatenare una reazione del sistema immunitario solo sulla base della sua struttura chimica.
Tra le vie di somministrazione , quella per bocca è la più sicura e provoca reazioni più evidenti ed immediate.

Le allergie danno sintomi sia immediati che non, le prime compaiono nell'arco di un'ora , tanto di più l'intervallo di tempo tra l'assunzione e la comparsa della reazione è breve più sarà intensa, l'evento più drammatico: lo shock anafilattico.
Mentre i farmaci possono dare anche reazioni non immediate e si manifestano mediante dei rash cutanei con o senza febbre, nei casi più gravi c'è la comparsa di di vescicole o chiazze color rosso porpora.
I farmaci più usati sono il cortisone e gli antistaminici.
Nell'eventualità di riassunzione dello stesso farmaco la reazione sarà più seria.

Troppo spesso però troppa prudenza spinge a pensare che si sintomi siano una conseguenza dell'assunzione del medicinale evitandone così l'uso e creando dei falsi allergici.
Per fare una diagnosi corretta è necessaria la collaborazione medico-paziente, una corretta anamnesi ; meglio per una diagnosi certa rivolgersi all'allergologo alla comparsa dei primi sintomi.

E' importante valutare adeguatamente tutti si sintomi anche se lievi , sottostimare reazioni lievi potrebbe portare a reazioni anche più gravi nell'assunzione successiva.
Tra l'altro opinione comune vuole che i rimedi omeopatici e fitoterapici siano esenti da reazioni avverse, ma non è così perchè sono sostanze estranee all'organismo e come tali possono dare allergie e effetti collaterali perché si scontrano con altri farmaci.

Ricordate con la salute non si scherza!!!!

Prevenire Il Tumore al Colon

Per prevenire il tumore al colon non c'è niente di meglio che un vaccino, di cui ora i ricercatori sono alquanto ottimisti.
Tutto il mondo della medicina si muove verso il mondo della prevenzione.
Il tumore al colon è stato in passato uno dei tumori più temuti e la qualità di vita rischiava di essere pesante.

Oggi il tumore al colon retto fa un po' meno paura grazie alle cure per prevenire la comparsa della malattia.
Oltre alle nuove prospettive di cura con la colonscopia è possibile rimuovere i polipi ancora prima che degenerino in forma tumorale.
Una tecnica operatoria più moderna e meno invasiva e i farmaci chemioterapici di ultima generazione permettono di guarire o comunque tenere sotto controllo la buona qualità di vita.

In riferimento al vaccino per prevenire il tumore al colon i risultati sono un po' più promettenti, i ricercatori pensano ad un loro uso sia come prevenzione per evitare di ammalarsi che come cura post intervento. Il vaccino funziona come tutti gli altri tipi esistenti, cercando di sfruttare la capacità dell'organismo di difendersi da solo contro il tumore.

L'idea che il corpo possa fermarsi da solo la crescita di un tumore, nasce dalla constatazione che i linfociti T, le cellule più attive tra quelle del sistema di difesa dell'organismo nei malati di tumore sono presenti in maggiore quantità che negli individui sani.
Gli esperti hanno pensato di stimolare questa attività cercando di fare in modo che l'organismo possa riconoscere una sostanza estranea presente solo sulle cellule tumorali.

Nel caso del vaccino contro il tumore colonrettale sono state usate due proteine che solitamente si trovano sulla superficie delle cellule tumorali; si tratta di due antigeni tipici del tumore del colon retto, Cea e Survinina.
La Cea è nota da anni ed è usata come marcatore per controllare la malattia, la survinina è una sostanza individuata di recente presente in abbondanza nelle cellule tumorali.
La Survinina è una sostanza individuata di recente presente in abbondanza nelle cellule tumorali garantendone la sopravvivenza in quanto inibisce l'apoptosi, ovvero la morte delle cellule,

Quindi impedisce alle cellule malate di " suicidarsi", garantisce quindi la sopravvivenza del tumore. I ricercatori si sono resi conto che i linfociti isolati nel sistema di difesa dell'organismo delle persone malate in forma meno importante era in grado di riconoscere la survivina e distruggere le cellule nelle quali era presente.
Il sistema di difesa dell'organismo è in grado di produrre linfociti e anticorpi contro i due antigeni e quindi contro le cellule tumorali.

Oggi individuato un tumore al colon si interviene subito asportando la formazione, l'operazione è semplice quindi senza paura si affronta una colonscopia con ricovero e anestesia generale, nel momento in cui la formazione ha raggiunto dimensioni importanti.
Oggi però si può intervenire in modo meno invasivo , rispettando così in modo più etico qualità della vita e una guarigione più veloce.

La chirurgia oncologica ha raggiunto livelli eccezionali in Italia, ciò è stato possibile grazie ad una conoscenza maggiore dell'intestino e della sua pratica chirurgica.
La chirurgia del colon retto è di tipo conservativo e selettivo , si pone l'obiettivo di asportare la zona del tumore solo dove è necessario risparmiando il più possibile sulle aree sane che un tempo non si ritenevano coinvolte nella propagazione della malattia.

Oltre alla zona colpita da tumore si asporta un tessuto adiposo che circonda la parte terminale dell'intestino e che può essere un importante mezzo di propagazione della malattia.
Vengono asportati altri canali di diffusione del tumore. alcuni fasci di nervi, vasi sanguigni e linfatici, i linfonodi.
Il chirurgo interviene sull'intestino sano residuo creando un'ampolla artificiale in grado di sostituire quella asportata che viene collegata direttamente con il canale anale.

Nella maggior parte dei casi le persone operate recuperano uno stile ed una qualità di vita molto buono, un controllo della defecazione pari a quello di un individuo sano, anche i livelli di recidive sono bassi.
La chirurgia conservativa permette di evitare la colostomia definitiva.

Il passato nel caso di un tumore del colon retto trascurata e una persona presentava già delle metastasi, le prospettiva di cura e guarigione erano molto basse.
Da qualche anno però vengono usati anche in tali casi due nuovi farmaci approvati dalla Fda Americana e dall'Emea Europea che si sono rivelati efficaci per il trattamento del tumore al colon.
Si tratta del bevacizumab e del cetuximab, due anticorpi monoclonali.

Sono molecole in grado di riconoscere ed individuare le cellule specifiche del tumore e attaccarsi ad esse distruggendole.
I due principi attivi agiscono in modo diverso, il bevacizumab è un inibitore dell'angiogenesi , ovvero si lega al Vefg che stimola la formazione di nuovi vasi.

Il legame tra bevacizumab e Veg riduce lo sviluppo delle metastasi.
Il Cetuximab si lega all'Egfr che regolano la crescita cellulare, così facendo viene bloccata la crescita delle cellule tumorali.
I due nuovi farmaci sono somministrati per via endovenosa come i classici chemioterapici, in associazione gli effetti curativi sono di molto superiori. Il loro impiego ha determinato un allungamento della vita.

Ci sono molti altri farmaci in via di sperimentazione che potrebbero essere presto disponibili.
Uno di questi è il sorafenib, già approvato dall'Fda per il trattamento dei tumori di fegato e reni.
Il Sorafenib è un farmaco inibitore di dati geni e viene assunto per bocca.
Un'altra molecola in fase sperimentativa è il sulindac, antinfiammatorio da assumere anch'esso per bocca.
Il farmaco sembrerebbe molto utile per una forma particolare di malattie genetica che è la poliposi familiare, ovvero la predisposizione a sviluppare polipi che si trasformano rapidamente in tumore soprattutto in giovane età.
Si può scoprire mediante un test genetico, con la premessa che comunque la malattia è molto rara.

venerdì 23 ottobre 2009

Il Dolore alla Milza

Il dolore alla milza è un dolore comune a molte persone soprattutto quando fanno attività sportiva. La milza è posta tra stomaco e rene sinistro, appena sotto il diaframma, solitamente ci ricordiamo della sua presenza solo quando fa male, eppure è un organo importante perchè svolge un ruolo di sorveglianza per l'organismo.

La milza elimina i globuli rossi invecchiati e produce anticorpi, in condizioni normali pesa circa 200 grammi, ma in base alla quantità di sangue al suo interno può variare sia peso che grandezza, rivestita da una capsula fibrosa che può rompersi quando supera le sue dimensioni normali.

Nel momento in cui è in atto un'infezione come la mononucleosi o la toxoplasmosi la milza si trova a dover lavorare di più per cui si può infiammare e dare dolore.
La mononucleosi si trasmette mediante saliva o urine, la toxoplasmosi è dovuta al toxoplasma gondii che si può contrarre mediante le feci dei cani, gatti, carni crude o poco cotte.

Le due malattie hanno sintomi molto simili e si possono riconoscere solo sottoponendosi ad esami specifici del sangue.
In entrambe i casi assieme al dolore alla milza si associano febbre e mal di gola, si ingrossano i linfonodi ai lati del collo, sulla nuca e sotto le ascelle, le tonsille ed in quaklche caso anche il fegato.

Per questo tipo di dolore però non ci sono cure particolari, la mononucleosi si esaurisce in circa 4 mesi senza ripercussioni, la cosa però più importante è il riposo, per la toxoplasmosi si può ricorrere alla pirimetamina e a farmaci sulfamidici.

Per vivere alcuni organi non sono completamente indispensabili, pensiamo ai reni...si può vivere anche con uno solo, così per la milza non è poi indispensabile alla vita perchè altri organi possono svolgere le sue mansioni.
Oltre che per qualche particolare trauma o durante un intervento chirurgico.

Vivere senza milza non è impossibile anche se sono necessarie le precauzioni perché le difese nei confronti delle infezioni sono ridotte, meglio quindi fare le dovute vaccinazioni che il medico consiglierà in base alla storia personale di ognuno.
Proprio perchè le difese si riducono le eprsone che sono senza milza devono rivolgersi al medico se la febbre non diminuisce nell'arco di 24 ore.

Se il dolore alla milza è associato a pallore, stanchezza, tachicardia , mancanza di appetito, nausea potrebbe essere anche anemia. Due tipi in particolare sono legati all'attività e volume della milza, l'anemia mediterranea ed emolitica.
La milza tende ad ingrossarsi perché deve eliminare più globuli rossi oppure perché le viene richiesta una straordinaria produzione di anticorpi, i farmaci vanno singolarmente individuati con il medico di base.

In presenza di malattie del fegato, la milza si ingrossa a causa della difficoltà incontrata dal sangue quando cerca di defluire dall'organo.
Il normale passaggio di sangue verso il fegato mediate il sistema di vasi detto portale viene impedito dal fatto che quando il fegato si ammala per epatite o cirrosi diventa impermeabile.

L'epatite virale è un'infiammazione del fegato causata da virus specializzati nella distruzione delle cellule epatiche, all'inizio i principali sintomi come nausea, vomito, stanchezza, in seguito la pelle diventa giallastra a causa di un aumento della bilirubina e ad un contemporaneo aumento delle transaminasi.
Nel momento in cui ci sono complicazioni si tende a guarire nel giro di qualche mese, in qualche caso l'infezione può diventare cronica e allora si trasforma in cirrosi.

Nel momento in cui il dolore alla milza è accompagnato da febbre alta, brividi, sudorazione, perdita delle forze e aumento dei globuli bianchi, ecco che potrebbe trattarsi di un'endocardite batterica, infiammazione dell'endocardio, la sottile membrana che riveste tutta la cavità del cuore e le superfici delle sue valvole.

La milza tende ad aumentare il proprio volume perché il sistema immunitario viene chiamato per un lavoro maggiore, nei casi più seri si possono anche staccare dei piccoli frammenti che possono determinare l'infarto di una parte della milza, ovvero l'ostruzione dei vasi che irrorano una porzione dell'organo.

Il dolore viene percepito nella parte inferiore sinistra del torace ricordando l'infiammazione alla pleura e a volte può essere accentuato dal respiro. L'endocardite batterica è determinata da alcuni tipi di streptococchi e stafilococchi ed il trattamento è a base antibiotica.

Il Sangue

Secondo recenti statistiche ogni italiano effettua mediamente in un anno 15 esami del sangue, ma non lasciamoci ingannare, non siamo diventati improvvisamente un popolo che si interessa di prevenzione, infatti sono comprese le persone che si sottopongono a controlli del sangue periodici.



L'analisi del sangue è uno dei mezzi più diffusi per confermare, escludere, prevenire l'evoluzione di patologie.
Controllare il proprio sangue dovrebbe diventare un appuntamento annuale per controllare il proprio stato di salute.



La lettura delle analisi del sangue non è una attività meccanica, nessun allarmismo quando il referto di laboratorio, sarà bene inoltre evitare allarmismi e quant'altro nel momento in cui si notano asterischi per sottolineare valori fuori norma.

Il range di valore del sangue è stabilito a livello internazionale, ma ciò non significa che valori superiori significhino patologia, sarà bene prestare attenzione anche a comportamenti tenuti qualche giorno prima e allo stato emotivo del periodo.



Sempre meno improbabile è l'errore nell'esecuzione dell'esame da parte del laboratorio, eventualità sempre più bassa grazie ai molti controlli che vengono effettuati prima e dopo l'esecuzione con sistemi informatici integrati nei macchinari.

Ogni centro di analisi del sangue segue rigidi protocolli creati appositamente per garantire la qualità dell'esame in tutte le sue varie fasi.



Il sangue è un tessuto fluido contenuto nei vasi sanguigni, formato da una parte liquida, il plasma composta in gran parte di acqua in cui sono disperse numerose proteine come l'albumina che svolgono importanti funzioni di trasporto delle sostanze e di coagulazione. Inoltre vi sono disciolti degli ormoni, elettroliti e gas. Segue una parte corpuscolata che comprende le cellule del sangue: globuli rossi, bianchi e piastrine. I primi trasportano l'ossigeno a tutto il corpo, i secondi lo difendono dai microrganismi dannosi, le piastrine sono importanti per la coagulazione.



Una importante componente del sangue è l 'emocromo, compreso tra le analisi di routine perché permettono al medico di valutare lo stato generale; esame del sangue che permette di scoprire il numero dei globuli rossi, bianchi, piastrine e la quantità di emoglobina nel sangue.
Un altro esame del sangue particolare è l'elettroforesi proteica, esame che permette di analizzare le proteine nel siero.



Tra le proteine del sangue più analizzate c'è l'albumina, proteina prodotta nel fegato, la cui funzione costante è il livello dei liquidi nei vasi sanguigni.

Quando i livelli sono più bassi i liquidi si diffondono più facilmente i liquidi si diffondono più facilmente nei tessuti determinando gonfiore. I valori di riferimento sono 55-65% oppure3,5g/100 ml.

Valori troppo alti possono segnalare disidratazione, bassi un abuso di alcolici, infiammazioni di varia natura, insufficenza renale o cronica, ipertirosidiosmo, malnutrizione. Oltre all'albumina le proteine del siero comprendono anche le globuline che possono essere di diverso tipo, tipo alfa 1 globulina, alfa 2 globulina, gammaglobuline o immonoglobuline.

Tenere sotto controllo il sangue è importante per conservare integro il proprio stato di salute il più a lungo possibile.

giovedì 22 ottobre 2009

Prostata Sotto Stress

Il problema della prostata è un problema che colpisce gli uomini dopo i 50 anni, spesso il soggetto è anche obeso o in sovrappeso e che mangia spesso cibi grassi o fritti, mettendo sotto stress la salute della propria prostata.



L'età è un fattore inevitabile , mentre la prostata sotto stress no, l'importante è la prevenzione prima dei 40 anni con una sana attività fisica e una sana e regolare alimentazione.
Considerando l'importanza della diagnosi precoce. Di certo la certezza di farla franca non c'è , ma sicuramente cogliere le cose in tempo ha la sua importanza.
Il tumore alla prostata è uno tra i tumori più diffusi fra la popolazione maschile.



Negli ultimi anni il tumore alla prostata è aumentata del 20% tanto che oggi ci sono circa 150 casi per 100 mila abitanti.
Dagli studi sulle migrazioni delle popolazioni è emerso che in Africa la malattia è poco diffusa, ma nei neri americani la malattia aumenta di molto dopo due generazioni.



Per quanto riguarda l'Unione Europea il tasso di incidenza del tumore massimo è in Svezia, Finlandia, Austria, Olanda con 50-50 casi ogni 100 mila uomini, mentre è più ridotto in Spagna, Italia e Grecia.

Il tumore alla prostata è però comunque in forte aumento, più di un quarto degli uomini sopra i 75 anni è affetto da questo tumore.
Anche l'ipertrofia prostatica benigna è molto diffusa, tanto che la prostata degli uomini dopo i 50anni è sotto stress e il 30% deve ricorrere all'intervento chirurgico.

Questa malattia è caratterizzata da un aumento di volume della ghiandola prostatica che determina un'ostruzione precoce del collo vescicale e quindi una serie di sintomi legati alla minzione, aumento della frequenza soprattutto alla notte, ma il getto è debole e faticoso, in qualche caso possono apparire del sangue nelle urine.



Nei casi più seri la minzione si può bloccare totalmente, cosa che richiede il posizionamento di un catatere, in genere si procede da un lato cercando di ridurre il volume della prostata con farmaci appositi, così chiamati inibitori delle 5 alfa -reduttasi, dall'altro si proverà a ridurre le resistenze del canale ostruito in modo che la vescica si svuoti meglio, con gli altri medicinali chiamati alfa-litici.



Se la situazione rimane invariata allora sarà bene ricorrere ad un intervento chirurgico mininvasivo in endoscopia in anestesia generale o spinale per asportare la posizione interna della prostata.

La prostata però può andare sotto stress anche senza sviluppare un tumore, ma con delle semplici infiammazioni quali sono le prostatiti, che colpiscono maggiormente gli uomini attorno ai 30 anni.



Colpa delle prostatiti sono le infezioni sia batteriche che non batteriche, i pasti troppo abbondanti a base di cibi irritanti la prostata, i super alcolici, stress fisici come lunghi viaggi in automobile o aereo.
L'infiammazione si fa sentire con febbre improvvisa accompagnata da brividi , minzione frequente soprattutto di notte e con al presenza di sangue.
Si cura solo con antibiotici e antinfiammatori stando a riposo per circa 10 giorni.



La prostata sotto stress mette paura soprattutto per il possibile sviluppo del tumore, a meno che non sia associato ad un ingrossamento benigno della prostata nelle fasi iniziali è asintomatico, si sviluppa infatti in modo lento e nel 70% dei casi le cellule proliferano nella capsula. Da qui la necessità di seguire uno stile di vita corretto con una sana alimentazione, ma anche con un pensiero positivo verso la vita e senza la paura delle malattie.

Ok c'è qualche cosa che non va? Si elimina stop se proprio si deve eliminare ma cercate il più possibile per ogni genere di tumori di evitare la chemio.



Con il suo contenuto equilibrato di grassi, proteine , vitamine la dieta mediterranea è la migliore per uno stato fisico in buone condizioni.
Ci sono inoltre cibi con una spiccata azione antitumorale, altri che la favoriscono.

Si quindi a pomodori grazie al licopene, tutta la frutta e la verdura di colore blu, rosso e viola quindi frutti di bosco, mirtilli, more, ribes, melanzane, cavoli rossi perchè ricchi di antiocianine, molecole in grado di contrastare i radicali liberi.



Per ridurre lo stress della prostata si a lenticchie, fagioli, olio extravergine di oliva e soprattutto due-tre tazze di te verde al giorno, dalle note proprietà antiossidanti.
La carne rossa soprattutto è da limitare per evitare lo stress della prostata, così è importante prestare attenzione alle spezie, alla birra.

L'esposizione al sole inoltre favorisce la sintesi della vitamina D, sostanza di per sè antitumorale ma che si sviluppa solo con un'esposizione al sole, infatti nei Paesi Nordici l'incidenza è molto alta.



Arrivati ai 50 anni la visita dall'urologo è un buon punto di partenza per la prevenzione, il medico di famiglia farà fare un controllo del PSA sia totale che libero, se si rileva del sangue sarà bene riprovare l'esame 7 giorni dopo; inoltre sarà bene evitare attività sportiva e SESSO nei due-tre giorni precedenti l'esame.



Il Psa è un importante marcatore che ha rivoluzionato la diagnosi del tumore alla prostata, ma eseguito da solo non ha molto senso. Anche se gli esiti dell'esame rientrano nella norma non è detto che il tumore sia assente così come non è vero il contrario.

Dati esiti possono essere determinati da infiammazioni, traumi, eccessiva attività sportiva, manovre strumentali; ecco che il prelievo del sangue va sempre accompagnato da una visita urologica completa.



Oltre ad effettuare una visita completa è importante sottoporsi all'ecografia per valutare forma e dimensioni della prostata, se dal Psa si rileva un ingrossamento della prostata lo specialista consiglierà dei controlli periodici ed una cura farmacologica per tenere sotto controllo il disturbo.

Se invece c'è qualche sospetto si eseguirà una biopsia prelevando uno o più campioni della prostata.
In alternativa sono anche disponibili l'ecografia tridimensionale e la Risonanza magnetica nucleare , esami ai quali ci si sottopone solamente con casi altamente selezionati.

In questo modo si può individuare in fase iniziale sia le malattie prostatiche meno importanti che quelle in fase tumorale.

martedì 20 ottobre 2009

Contro Il Reflusso Esofageo

Il reflusso gastroesofageo è la risalita dei succhi acidi contenuti nello stomaco verso l'esofago, fenomeno che è normale e che rimane privo di conseguenze.
Reflusso esofageo diventa pesante nel momento in cui comincia a dare sintomi come bruciore, dolore alla bocca dello stomaco, dolori che cominciano ad aumentare di intensità.

Patologia contro la quale lottano circa il 10% di italiani.
Contro il reflusso esofageo il solo intervento è l'intervento chirurgico di Nossen, intervento che richiede una grossa esperienza.

Presto però saranno disponibili contro il reflusso altri due interventi chirurgici che hanno una bassa invasività.
Queste tecniche contro il reflusso gastroesofageo sono in fase di sperimentazione ma stanno già dando ottimi risultati e che presto potrebbero essere messi su larga scala.

Il reflusso si può presentare per diversi motivi, in particolare il disturbo può essere la conseguenza di stili di vita e abitudini scorrette che lo favoriscono ( la sedentarietà, gli eccessi alimentari, sovrappeso, cibi fritti e ricchi di grassi), così come un malfunzionamento o rilassamento della muscolatura dello sfintere. Il medico allora potrà consigliare un adeguato stile di vita


A volte può capitare che il reflusso possa dipendere anche da altre patologie quali l'ernia letale o una temporanea consegueza di una gravidanza, in quanto il feto esercita pressione dall'utero allo stomaco e può favorire la risalita dei succhi gastrici.


Nel momento in cui il reflusso si fa più importante si è di fronte alla malattia vera e propria da reflusso esofageo per il quale si può dargli contro solo con specifici farmaci inibitori della pompa protonica , assunti per via orale. Cura che va eseguita per circa un mese, se i sintomi non scompaiono però allora è necessario l'intervento chirurgico.

L'intervento classico usato contro il reflusso è un'operazione in laparoscopia, solo dei piccoli fori sull'addome mediante i quali si fanno passare lunghi e sottili attrezzi chirurgici ed una piccola videocamera che permette di visionare l'area da operare su un monitor.

Per una visione ottimale si gonfia la pancia del paziente con dell'anidride carbonica, l'intervento contro il reflusso esofageo consiste nel prendere una plica dallo stomaco e girarla attorno all'esofago.

Per l'intervento chirurgico più tradizionale ci si serve dell'anestesia generale, inoltre è richiesto il ricovero di un solo giorno. La tecnica è molto efficace ma per una buona riuscita servono pratica ed esperienza del chirurgo che deve essere in grado di valutare se l'operazione è importante e quale tecnica sia meglio usare.

A volte il paziente a seguito dell'intervento può avere effetti collaterali come un aumento dell'aerofagia, problemi nella deglutizione , impossibilità di vomito, una volta usciti dall'ospedale viene prescritta una dieta semiliquida per il primo mese con il passaggio graduale ai cibi solidi.

Per dare contro il reflusso esofageo ci sono delle tecniche operatorie nuove, come l'intervento in laparoscopia con l'inserimento di un collarino magnetico. Ricercatori americani però hanno ideato un dispositivo che assomiglia ad un bracialetto composto da sfere di titanio che resistono all'effetto degli acidi gastrici, le sfere di cui è composto tale collarino sono dei piccoli magneti che al passaggio del cibo per effetto dell'aumentata pressione nel viscere, si aprono lasciando passare il cibo e poi si chiudono, bloccando il reflusso gastroesofageo.

Tra gli obiettivi della chirurgia c'è quello di limitare il più possibile segni e cicatrici sul corpo malato.

domenica 18 ottobre 2009

Prevenire L'Influenza

Per arrivare a migliorare le difese immunitarie è necessario prevenire l'influenza con l'omeopatia, adatta alla persone di tutte le età , senza effetti collaterali ed è compatibile con le cure tradizionali per prevenire l'influenza.

L'omeopatia per prevenire l'influenza usa gli estratti di materie prime del mondo vegetale a dosi infinitesimali e spesso prescritte in base al principio farmacologico della similitudine, questo sarà in grado di esprimere la relazione che ci può essere tra la tossicità di una sostanza e la sua efficacia terapeutica.
Per esempio l'estratto di cipolla potrà prevenire le manifestazioni acute da raffreddamento.

Tra i rimedi omeopatici per prevenire l'influenza , quello che si è rivelato più utile per prevenire l'influenza è l'Oscillococcinum, il quale stimola il sistema immunitario per una maggiore protezione e una più rapida guarigione.
Diversi studi hanno dimostrato che l'Oscillococcinum è efficace nel prevenire l'influenza e la sindrome simil influenzale.

Per prevenire l'influenza quindi la giusta assunzione è una dose alla settimana da ottobre a Marzo., si devono far sciogliere sotto la lingua i globuli contenuti in un tubetto lontano dai pasti e senz'acqua.
Adatto anche a neonati, anziani,donne gravide da usare anche ai primi sintomi.
In questo caso di prende una dose il prima possibile e si rinnova la somministrazione ogni 6 ore per due giorni.

Per prevenire l'influenza però c'è anche il mondo della fitoterapia, le sostanze sono quasi sempre degli estratti vegetali sotto forma di tintura madre che si presenta in forma liquida e su base alcolica per meglio gestire e conservare il principio attivo.
Tra i preparati consigliati ci sono al tintura madre di echinacea e di propoli.

L'echinacea è molto utile per prevenire l'influenza in quanto è un antibiotico naturale, il prodotto deriva da una pianta originaria dell'America del Nord , in fase di prevenzione si assumono circa 30 gocce una volta al giorno in poca acqua lontano dai pasti.

Mentre la propoli è indicata per le infezioni conclamate di gola, bronchi e polmoni, si tratta di una cera prodotta dalle api, costituita da un miscuglio di resine balsamiche che derivano dalle gemme degli alberi , importante è prenderne almeno 20 gocce 3 volte al giorno, lontano dai pasti.

venerdì 16 ottobre 2009

Leucoencefalopatia

Il termine leucoencefalopatia ischemica sta ad indicare un quadro del cervello che appare nel momento in cui ci si sottopone a Tac o Risonanza Magnetica.
Si tratta di lesioni vascolari che coinvolgono la sostanza bianca del cervello in particolare la zona intorno ai ventricoli cerebrali.

Da qui il nome leuco, cioè bianco perchè è colpita la parte bianca; " encefalopatia" ovvero una malattia del cervello; " ischemica" in quanto è di origine vascolare dovuta ad un danneggiamento dei vasi sanguigni che irrorano il cervello.



La leucoencefalopatia non è una condizione allarmante ma chiunque ne sia colpito sarà bene che si rivolga ad un neurologo che sicuramente consiglierà ai pazienti una visita dal cardiologo.
I fattori di rischio cerebro vascolari sono implicati nel danno ai piccoli vasi del cervello ed è quindi importante controllare i valori della pressione sanguigna.



Lo stesso discorso vale per la dislipidemia, per tutto questo è necessario smettere di fumare e seguire una dieta adeguata.
A parte i farmaci per controllare i valori non ci sono farmaci specifici, qualcosa è in fase di studio e sperimentazione trattamenti con cardioaspirina, la cui efficacia è nota per la prevenzione secondaria dell'ictus cerebrale.

Condizione che nel lungo periodo può peggiorare e può dare sintomi di demenza senile.
Alla comparsa dei primi sintomi è meglio rivolgersi ad un neurologo che potrà curare con una classe di farmaci degli inibitori della collinesterasi.

giovedì 15 ottobre 2009

Alimentazione Corretta con I Diverticoli

Ci sono molte persone che soffrono di questa patologia e che non sanno mai come bilanciare la propria alimentazione e come renderla corretta.
I diverticoli sono una malattia cronica ereditaria, capota che diano molti problemi per cui è necessario intervenire con la chirurgia, altrimenti si può tenerli a freno seguendo una corretta alimentazione.

I diverticoli sono delle piccole estrofrelssioni a forma di sacco della parete del grosso intestino posti tra il colon discendente e il retto.
Diverticoli che però possono andare incontro ad un'infiammazione acuta caratterizzata da dolori addominali accompagnati spesso da febbre e vomito.

La malattia in fase cronica è trattata con antibiotici, la migliore alimentazione poi è ricca di fibre, possibilmente di origine biologica.
Mentre nei fasi di malattia acuta si prevede il digiuno o un'alimentazione senza fibre.

Nei casi di diverticolite acuta si consiglia l'intervento chirurgico quando quella parte dell'intestino si sta restringendo; nel periodo seguente l'intervento ci può essere un aumento della stipsi o diarrea.

La giusta alimentazione per chi soffre di diverticoli quindi varia se ci sono crisi in atto o meno, se c'è stato intervento o meno.
In fase acuta o comunque subito dopo un intervento sarà meglio evitare alcol, cibi piccanti, insaccati.
Alla fine si può riprendere una normale alimentazione prestando attenzione solo alla fibre e ad una buona dose giornaliera di cereali integrali.

mercoledì 14 ottobre 2009

I CIBI PIU' PREZIOSI DAL MARE

Tra i cibi più preziosi del mare, ma che spesso abbiamo trascurato sono le alghe, conosciute e apprezzate dai vegetariani.
Eppure l'uso di questi cibi preziosi è molto antico, oggi sono soprattutto i giapponesi , infatti la loro cucina è molto leggera, la pelle delle donne è molto bella e la linea è a dir poco perfetta.


I popoli che si nutrono spesso dei cibi preziosi dal mare hanno una bassa incidenza di obesità, disturbi cardiovascolari e tumori, le alghe hanno un alto potere disintossicante, per essere sicuri della loro purezza cercatele in erboristeria o nei negozi biologici.



Per queste loro varietà sia di tipi che di usi le alghe hanno la capacità di attivare gli enzimi del fegato, sostanze che svolgono un ruolo insostituibile nel processo di digestione dei cibi.
Questi preziosi cibi dal mare aiutano a digerire bene e liberare l'organismo dalle sostanze tossiche presenti negli alimenti e nell'ambiente in cui viviamo.



Esperti cinesi hanno provato che le alghe kombu contengono sostanze come l'istamina che aiuta a tenere sotto controllo la pressione arteriosa, mentre le Nori svolgono un effetto protettivo sulla mucosa dello stomaco prevenendo l'ulcera.

I cibi più preziosi del mare sono una miniera di fitochimici, ovvero sostanze alle quali vengono riconosciute proprietà curative e protettive.
Contengono per esempio bioflavonoidi, isoflavonoidi e polifenoli, elementi che si trovano anche nelle spezie , soia e che hanno un forte potere anti invecchiamento in quanto contrastano l'azione dei radicali liberi.

Le alghe hanno un notevole apporto di vitamina A, sostanza che protegge la salute della pelle e aiuta a migliorare la vista.
Il contenuto di questa vitamina in alcune alghe del tipo Nori è di circa 10 volte superiore a parità di peso a quello di un uovo.

Importante quantità anche di vitamine del gruppo B che si trova anche in modeste quantità in carne tipo fegato, uova e latticini.
Nelle alghe si trova una buona quantità di vitamina C presente anche in agrumi e nei loro succhi, nel pomodoro, nel peperoncino essenziale per il buon funzionamento dell'organismo e per la circolazione del sangue.
Le alghe apportano anche vitamina D importante perchè favorisce l'assorbimento del calcio nelle ossa, estremamente rara come vitamina la quale si trova nel pesce, nelle uova.

La regolare assunzione dei cibi più preziosi dal mare permette di combattere l'osteoporosi.
Ricchi di sali minerali, questi cibi contengono fino a 20 volte dosi superiori dei vegetali della terra.
Il ferro per esempio è il principale costituente del sangue, nelle alghe è contenuto in dose 10 volte superiore alle spinaci, in forma più facilmente assimilabile.
Cibi ideali per i vegetariani.

Questi preziosi cibi del mare sono molto ricchi di calcio, 14 volte di più rispetto al latte, importanti per lo iodio per il buon funzionamento della tiroide, un'importantissima ghiandola che regola le funzioni vitali del metabolismo e strettamente collegato alla produzione di ormoni.
Contendendo sostanze naturali come vitamine, aminoacido e sali minerali, l'assunzione delle alghe di solito non comporta rischi, attenzione solo se si soffre di ipertiroidismo, ecco che da cibi più preziosi possono diventare più dannosi.

lunedì 12 ottobre 2009

Ricordi D'estate

Dopo il tempo trascorso al sole di questa calda estate per un'abbronzatura totale ecco che ci si trova a fare i conti con dei brutti ricordi sulla pelle.
Scottature, eritemi, macchie ed infezioni che possono comparire anche settimane dopo, sarà bene quindi una volta rientrati in città, controllare subito il tutto e consultare un dermatologo per migliorare i ricordi dell'estate.


Tra i ricordi più brutti dell'estate ci sono le scottature, causa di chi ha trascurato l'applicazione della crema solare, la scottatura è una lesione cutanea determinata da un'eccessiva esposizione solare nel momento in cui la pelle non ce la fa a difendersi da sola.

Esponendosi ai raggi del sole, soprattutto d'estate nel momento in cui la melanina presente nella pelle non ha avuto il tempo di crearsi un filtro naturale protettivo si verifica una reazione infiammatoria con la comparsa di eritemi.



Il calore dei raggi solari fa evaporare l'acqua presente negli strati della pelle più superficiali e completamente disidratati si staccano dalla superfice, lasciando intravedere al cute nuova, più sana e più chiara. Solitamente queste macchie compaiono nelle zone che vengono meno esposte ai raggi del sole come torace, spalle, dorso dei piedi, nei casi più seri i segni possono rimanere per anni.


In corrispondenza della zona della scottatura si possono notare delle zone più chiare, per eliminare l'antiestetica differenza tra cute scura e macchie è necessario fare un trattamento per rimuovere le cellule morte. Il trattamento più indicato è a base di acido glicolico o tricloroacetico da effettuare dal dermatologo.



Il peeling è uno dei mezzi più importanti per rimediare ai brutti ricordi dell'estate. Il dermatologo applica su tutta la zona da trattare uno strato spesso di acido glicolico, lasciandolo qualche minuto in posa.

Rimuove poi la sostanza con una spugna morbida e applica uno strato di crema nutriente.

Nei giorni successivi al trattamento favoriscono a poco a poco la rimozione di tutta la pelle nella zona trattata stimolando gli strati più profondi a produrre nuove cellule cutanee. Salendo in superficie annullano la differenza di colore tra la pelle scottatata e quella sana, eliminando così i brutti ricordi dell'estate.



Altri brutti ricordi dell'estate sono le macchie dovute agli eccessi di melanina nelle mani, braccia e viso, aree che sono normalmente esposte anche in inverno, aree che sono normalmente più scure e robuste rispetto alle altre parti del corpo. Possono però coprirsi di macchie scure legate ad un fenomeno di fotosensibilizzazione, in queste zone si può verificare un'iperproduzione di melanina che si concentra in qualche punto determinando la formazione di macchie più scure.



Questi ricordi dell'estate possono comparire su guance, fronte e labbro superiore, responsabile di ciò è la predisposizione familiare in parte, oltre a fattori come il colore della pelle. Le donne di pelle scura/ olivastra hanno una maggiore quantità di melanina che le predispone alle macchie.



In gioco però per i ricordi dell'estate entrano anche l'applicazione delle sostanze fotosensibilizzanti come medicinali e profumi a base di alcol. I farmaci responsabili di segni sulla pelle sono gli antibiotici e gli antimicotici che contengono sostanze che rendono l'epidermide più sensibile ad assorbire i raggi ultra violetti.

Un discorso a parte nei ricordi dell'estate meritano gli anticoncezionali, anche se a me non hanno mai creato nessun genere di problemi, comunque possono produrre iperpigmentazione del volto per un particolare meccanismo legato alla particolare sensibilità degli estrogeni.
Per rimediare a questi ricordi sarà bene usare delle creme schiarenti prescritte dal dermatologo, e evitare di esporsi al sole.

Al ritorno dalle vacanze potreste accorgervi che però al vostra abbronzatura non è stata uniforme, ecco che un tempo questo disturbo era chiamato fungo di mare perché solitamente si manifesta nel momento in cui l'abbronzatura sparisce.

Questi brutti ricordi erano ritenuti causa di un'infezione che si trasmetteva per contatto con asciugamani o oggetti di altri. Oggi invece i dermatologi chiamano questi brutti ricordi pitiriasi versicolor provocato da un lievito. Fungo che cresce sulla pelle e vive come saprofita, in normali condizioni è innocuo, capita però che quando la pelle modifica il proprio ph si creano delle condizioni favorevoli allo sviluppo.

I cambiamenti di acidità della pelle possono avvenire anche d'inverno causa di stress, variazioni ormonali, oppure al semplice fatto del cambio di indumenti ora più pesanti. Il parassita si accresce e forma delle vere e proprie colonie visibili solo se osservate al microscopio e che hanno un aspetto filamentoso, ad occhi nudo invece si notano delle macchie color caffellatte o come macchioline bianche sulle pelli abbronzate.

La presenza di tali colonie si evidenzia in particolar modo durante l'estate e subito dopo, quando ci si espone i raggi solari stimolano la melanina, le invisibili colonie producono l'acido azelaico che è un potente schiarente. La sostanza è così in grado di divorare la melanina lasciando queste chiazze prive di abbronzatura.

La diagnosi viene così effettuata dal dermatologo mediante la lampada di Wood uno strumento a raggi ultra violetti che proietta la luce sulle zone coperte dalle chiazze rare rendendole ben visibili.

Per guarire da questi brutti ricordi dell'estate chiamati pitiriasi si devono applicare delle creme specifiche in modo uniforme su tutto il corpo per circa una -due settimane. Alla fine del trattamento le macchie saranno ancora presenti sparendo solo al momento dell'abbronzatura totalmente scomparsa.

I brutti ricordi dell'estate però possono maggiormente riguardare l'impetigine, infezione superficiale determinata da streptococchi e stafilococchi. Un banale trauma come un taglietto sulla pelle scoperta, una puntura d'insetto o un eritema solare può penetrare negli strati più profondi della pelle e moltiplicarsi velocemente.

Pochi giorni dopo l'ingresso dei batteri sotto al pelle traumatizzata compaiono papille arrossate che si trasformano prima in vescicole e poi in crosticine di colore giallastro. Solitamente questo genere di ricordi compaiono nel viso, nella bocca, naso, braccia, gambe e predilige i bambini perché il loro sistema di difesa è più fragile.

Sarà bene rivolgersi ad un dermatologo o al pediatra perché se questi ricordi non vengono immediatamente curati possono espandersi per tutto il resto del corpo, inoltre sarà ben lavare bene le lenzuola , disinfettare tutti gli oggetti che sono a contatto con il bambino. Se dopo qualche giorno nulla cambia allora sarà bene contattare il proprio medico e intraprendere una cura di antibiotici.

giovedì 8 ottobre 2009

No Al Digiuno

Secondo un recente studio americano il digiuno potrebbe essere collegato ad un allungamento della vita, soprattutto alternare un giorno di digiuno ad uno di alimentazione normale avrebbe gli stessi effetti di una dieta restrittiva normale. Su topi sottoposti a questo regime si è visto una diminuzione del tasso di insulina e una migliore resistenza dei neuroni allo stress.



Certo anche se queste ricerche sono ancora molto studiate i medici dicono no al digiuno, l'organismo per vivere ha bisogno di energia che si introduce mediante il cibo.
Lasciare il corpo a digiuno per oltre 24 ore significa farlo funzionare male, determinando una debolezza transitoria destinata a essere recuperata nel momento in cui si riprende a mangiare anche se non è detto che rompere il digiuno significhi poi recuperare i problemi che sono stati determinati da ciò.
No quindi al digiuno prolungato come metodo per dimagrire.

Il digiuno che invece dura massimo 48 ore perché anche se non si introduce energia il corpo la detrae dalle cellule di grasso che si riproducono quasi automaticamente e la persona può ricevere un beneficio se però la persona ha grossi problemi di sovrappeso.



Il digiuno determina seri problemi se si continua oltre i 20-3o giorni in quanto le riserve di cellule adipose si esauriscono ed il corpo attinge alle ultime riserve che rimangono, quindi i muscoli, ecco che il corpo alla fine ha più un aspetto flaccido.

Ciò avviene mediante un processo biochimico che arriva ad attaccare le proteine e a scinderle in sostanze più semplici , così facendo però si tende ad ingrassare anche più facilmente.
La fase più rischiosa per la propria salute è superare i 30 giorni di digiuno si possono arrivare a danneggiare persino gli organi vitali costituiti principalmente da fibre muscolari.
Il cuore può funzionare a fatica e l'intestino diventa più debole , più susciettibile alle infiammazioni e può comparire un' insufficenza cardiaca.



Tra l'altro chi attua il digiuno con la speranza di liberarsi dei chili di troppo può rimanere deluso perché dopo si tende ad ingrassare più facilmente con il rischio di ritrovarsi più tondi di prima.
Verificandosi l'effetto yo yo.

Nelle prime 24 ore di digiuno la persona non ha grandi disturbi perché l'organismo conta sulle scorte degli zuccheri dell'ultimo pasto.
Nel momento di esaurimento delle riserve di energia si trova in uno stato di ipoglicemia, provocando sonnolenza e debolezza in quanto il cervello è l'organo che maggiormente risente degli effetti del digiuno.



E' da tempo che gli esperti dicono non al digiuno, anche se dopo le 48 ore arriva l'euforia, si avverte una maggiore sensazione di benessere e si è più attivi e c'è più voglia di fare, ma è una sorta di paradiso artificiale
Nel momento in cui il cervello è in condizioni di carenze alimentari rischia di andare in tilt mandando dei segnali al corpo che si sta trovando sotto stress.



Ecco che vengono liberati degli ormoni come cortisolo e adrenalina che cooperano alla ricerca di fonti energetiche alternative, intanto si usano delle scorte di glucosio nel fegato mediante un processo chiamato glicogenesi epatica, riserve che sono comunque limitate quindi il corpo va alla ricerca di fonti alternative quali sono le cellule di grasso.

All'interno si trovano i trigliceridi, molecole complesse di acidi grassi che vengono trasformati in glicerolo che a sua volta arriva al fegato mediante il sangue per essere convertito in glucosio usato come fonte energetica.



Questo processo si chiama lipolisi che oltre a produrre zucchero libera sostanze tossiche, le quali arrivano al cervello regalando un'euforia simile a quella degli stupefacenti, falsa come la sensazione di sazietà.

Il carburante per il corpo è costituito da un insieme di nutrienti introdotti con l'alimentazione, occorrono i carboidrati presenti in zucchero, marmellata, miele per la vita del cervello, indispensabili le proteine fornite da carne, pesce, uova e legumi, indispensabili vitamine e sali minerali introdotti con la frutta e la verdura, importanza poi hanno anche i grassi nella giusta misura e qualità.



In fase di digiuno, a cui noi comunque diciamo no, l'organismo attinge dai grassi , sopravvive quidni anche dopo una settimana, il fisico però ne risente e si vede. Il primo segnale è l'abbassamento della pressione, che va bene se uno soffre di ipertensione, ma lo stesso effetto lo si può raggiungere anche con uno stile alimentare moderato e la giusta attività fisica.

Dopo 10 giorni di digiuno si determina anemia, dopo 15 giorni si emana cattivo odore, quiesto perchè si determina uno stato di acidosi data l'elevata quantità di corpi chetonici in circolo.
Dopo 20 giorni aumenta il malessere in generale e dopo 30 giorni il corpo perde tonicità fino ad arrivare ad influenze costanti.



Con il digiuno prolungato il metabolismo, ovvero il processo biochimico si riduce per accumulare le riserve anziché bruciarle, riprendendo a mangiare il metabolismo è ancora basso e quindi si tende a re ingrassare.

Anche periodi di digiuno ripetuto possono rivelarsi dannosi, la donna potrebbe subire delle irregolarità mestruali a causa di un brusco calo degli estrogeni come l'Fsh , ormoni che contribuiscono alla maturazione della cellula uovo e alla preparazione di un'eventuale gravidanza



Il digiuno ripetuto e prolungato porta inoltre ad un invecchiamento precoce, la presenza delle tossine prodotte durante il digiuno aumenta la quantità in circolo nel sangue di radicali liberi, sostanze che esercitano un'azione invecchiante su tutti i tessuti.

La privazione di cibo impedisce di fare scorta di sostanze antiossidanti come flavonoidi e antociani presenti nei vegetali gialli e rossi.
A soffrire negativamente degli effetti del digiuno sono gli occhi che cominciano a funzionare male, la lente che regola la messa a fuoco o addirittura forme di catarrata, a scricchiolare cominciano anche le ossa, ne risente la privazione dell'apporto di calcio con l'alimentazione si determina un certo indebolimento che predispone a facili fratture ossee ed osteoporosi fin da giovani.

In qualche caso ci si può sottoporre a qualche semi digiuno solo se succede ad un abbbuffata o in seguito ad intossicazione alimentare.
Nell'eventualità di malattie croniche il digiuno deve essere espressamente seguito dal medico.

mercoledì 7 ottobre 2009

Le Ultime In Materia di Cistite

La cistite è la terza malattia tipicamente femminile per ordine di importanza, tre donne su dieci ne lamentano la comparsa almeno una volta all'anno.
Le ultime scoperte in materia di cistite hanno permesso di capire che è prima di tutto una questione genetica.

Le donne che soffrono di cistite hanno un'alterazione su base genetica delle sostanze che vanno a costituire il biofilm che riveste le mucose della vescica, così dicono le ultime ricerche.
Il biofilm è una specie di pellicola protettiva che ricopre la parete della vescica con il compito di impedire ai batteri di aderirvi.
Ovviamente le soluzioni ci sono per guarire dalla cistite, l'importante è valutare la frequenza.

La cistite è un'infezione alle vie urinarie che colpisce prevalentemente in età fertile e nella terza età, anche se non si escludono casi di cistite durante l'infanzia o l'adolescenza.
Dalle ultime notizie si è visto che le donne che soffrono di cistite hanno l'uretra più corta, zona genitale, vie urinarie e ultimo tratto dell'intestino sono molto più vicini rispetto agli uomini che hanno una ulteriore barriera che è la prostata.

Raramente al cistite è asintomatica perchè i sintomi sono molto fastidiosi e dolorosi, io l'ho provata e voi?
I sintomi sono caratteristici , c'è un senso di pesantezza allo stomaco e stimolo frequente di urinare , cosa alquanto dolorosa data dall'intenso bruciore e capita che ci sia anche la presenza di sangue.


Fra i batteri più frequentemente responsabili della cistite c'è l'Escherichia coli e lo Streptococcus fecali.
Il batterio Escherichia Coli è il primo responsabile della cistite in quanto ha una forma a bastoncino con tante piccole ciglia che riesce quindi ad attaccarsi alle pareti della mucosa vescicale e li si riproduce.

Ma perché i batteri colonizzino la vescica oltre alla struttura anatomica femminile e alla genetica le ultime scoperte affermano che devono intervenire anche altri fattori come la stitichezza perché i batteri intestinali migrano più facilmente in quanto c'è un ristagno più prolungato di feci nell'intestino.

Tra le ultime scoperte si è visto che a favorire la cistite sono i rapporti sessuali in quanto durante l'atto uretra e vescica subiscono una compressione e ciò fa si che i batteri intestinali che sono facilmente presenti all'esterno della vagina e del perineo vengono introdotti all'interno della mucosa vaginale, tipica la cosiddetta cistite da luna di miele.

Altro fattore di rischio per la cistite è la menopausa , qui gioca un ruolo determinante la mancata produzione di estrogeni; un loro calo rende i tessuti di queste zone più fragili e aggredibili dai batteri.

Le ultime notizie dicono che a giocare un ruolo nella cistite sono anche la comparsa di freddo e caldo, il primo perché provocando una vasocostrizione delle arterie porta ad un minore afflusso di sangue e di ossigeno alla zona genitale.
Con la conseguenza che i meccanismi di difesa dei tessuti sono meno efficienti.
Il caldo invece provocando un aumento della sudorazione riduce la quantità di urina prodotta alterandone il flusso.
L'urina deve mantenere la stessa velocità in ogni parte del percorso perchè ha un'azione di pulizia delle vie urinarie, se la quantità diminuisce il getto diventa turbolento e una parte di urina torna su portando con sè batteri che danno vita alla cistite.

Per dare voce alla cistite la diagnosi è fondamentale mediante l'esame delle urine e l'urinocoltura ovvero la conta delle colonie batteriche.
Nelle analisi delle urine un elevato numero di globuli bianchi è significativo.

Nel momento in cui le cistiti si presentano con una certa regolarità va fatto anche l'antibiogramma per valutare a quale antibiotico i batteri sono più sensibili, sono infatti frequenti i fenomeni di resistenza ad alcuni antibiotici specialmente da parte del batterio Escherichia coli.
Inoltre si può proseguire con l'ecografia dell'apparato urinario che servono per vedere a struttura delle vie urinarie e come vengono eliminate le urine.

La cura della cistite varia a seconda che si tratti di episodi occasionali o frequenti, se è occasionale si ricorre all'antibiotico specifico , la cura consiste nella somministrazione di un antibiotico, la dose è molto elevata e si concentra interamente nella zona colpita da cistite.
Se la cistite tende a ricomparire a breve è fondamentale sarà bene procedere con un'urinocoltura e l'antibiogramma oppure l'ecografia delle pelvi.

martedì 6 ottobre 2009

Le Ultimissime dal Tumore al Polmone

Di tumore al polmone si muore sempre più spesso eppure la lotta deve essere sempre più dura ed agguerrita perchè prima si scopre prima si vince.
Tra le ultimissime novità in materia di tumore al polmone c'è un vaccino che abbatte el recidive di ricaduta della malattia, cure all'avanguardia che permettono di otteenre risultati inaspettati fino a qualche anno fa.



Passi avanti si sono fatti nella scoperta del tumore al polmone nonostante ci siano circa 1 milione e 300 mila coasi all'anno , din questi 40 mila in Italia.
Del tumore al polmone il fumo è la causa principale , in questi ultimi anni si stanno manifestando semrpe di più i casi di mesotelioma, forma ultimissima di tumore determinata dall'esposizione massiccia all'amianto.

Molte vite potrebbero infatti essere salvate da trattamenti tempestivi, pa possibilità di guariguone è elebvata se la scoperta del tumore avviene quando è piccolissimo, oggi invece viene scoperto tardi perchè molti sintomi inziali come tosse e dispnea vengono sottovalutati, scambiandoli per bronchite cronica.

Tra le ultimissime novità la tecnica al momento più all'avanguardia è la tac spirale, esame che è in grado di ricostruire un'immagine dell'apparato respiratorio simile all'originale, ovvero come si stesse facendo una ripresa dall'interno e misurare la densità del tessuto polmonare con grande accuratezza. Così facendo sarà possibile un controllo più preciso anche delle zone più nascoste.

Il tumore del polmone può essere a piccole cellule nell'80% dei casi e non-a-piccole-cellule il quale può essere ii tre tipi:

> Carcinoma a cellule squamose;

> Adenocarcinoma;

> Carcinoma a cellule larghe.

La prima forma è quella che ha maggiore correlazione con il fumo, questa forma di tumore tende a crescere lentamente ed infatti ci vogliono un paio di anni prima che sia evidente, più comune negli uomini e anziani.

L'adenocarcinoma si presenta solitamente come un tumore isolato nelle aree periferiche del polo me, si diffonde rapidamente nel corpo soprattutto nel cervello, il rivestimento della cavità toracica e le ghiandole surrenali, più frequente fra le donne fumatrici. Invece il tumore a cellule larghe , così definito per via delle cellule larghe e tondeggianti , colpisce sia uomini che donne ed è il meno diffuso.

Attualmente non c'è ancora un unanime consenso per quanto riguarda i criteri del candidato ideale, ma potrebbe essere un soggetto che fuma da oltre 20 anni perché l'incidenza della malattia aumenta in chi accumula sigarette, lo dimostra anche il fatto che i soggetti più predisposti ad ammalarsi hanno circa 60 anni.

La responsabilità primaria del tumore al polmone è il fumo di sigaretta , i più colpiti fino a qualche anno fa erano gli uomini oggi è quasi pari. Per quanto riguarda la diagnosi tra le ultimissime vie che stanno studiando i ricercatori in diverse parti del Mondo è la messa a punto di test in grado di identificare le espressioni genetiche che predicono il rischio di tumore. Inoltre hanno anche individuato un'impronta genetica nei fumatori affetti da tumore al polmone.

Tra le ultimissime news mediante una sofisticata analisi del sangue sono stati comparati i linfociti del sangue di un gruppo di malati con quelli di volontari sani, sono quindi stati scoperti alcuni geni specifici nel primo gruppo; i ricercatori hanno quindi esaminato il gruppo di fumatori sani, in alcuni casi erano gli stessi presenti nei malati; nella maggior parte degli individui sani il tumore si è manifestato nell'arco dei due anni.

Prove alla mano hanno permesso agli studiosi di dimostrare che il test sul sangue ha un grado di accuratezza al 90%, dati promettenti anche se non definitivi. Tra le ultimissime ricerche effettuate c'è uno studio che riguarda i test, firmato dall'Università di Torino.

E' un'analisi del sangue che permette di individuare la presenza di geni specifici per lo sviluppo del tumore e il grado di aggressività della malattia; test che sarà indicato in particolare per il tumore polmonare non a piccole cellule. Grazie all'analisi del tessuto genetico della massa tumorale sono già stati identificati per la prima volta 15 geni che potevano predire la risposta alle cure.

Tra le ultimissime scoperte in materia di tumore ci sono due vaccini in sperimentazione: Mage-A3 e L-BLP25. Il MAge-A3 addestra il sistema di difese naturali dell' organismo a riconoscere ed eliminare le cellule tumorali in maniera selettiva. Nei mesi prossimi partiranno le ultimissime sperimentazioni con risultati promettenti.

Il vaccino è mirato soprattutto al tumore polmonare, in una seconda fase c'è stata una riduzione del 30% di ricomparsa della malattia, negli individui in cui sono stati analizzati set di geni chiave per predire la risposta al trattamento e che sono risultati positivi all'antigene tumorale MAgeA3, la riduzione del rischio di comparsa è pari quasi al 50%.

Altre ultimissime scoperte c'è L-BLP25 che attiva il sistema di difesa a riconoscere gli antigeni MUC1 delle cellule cancerose distinguendo quelle sane e uccidendole. E' indicato per il tumore polmonare non a piccole cellule in stadio III non resecabile in malati che dopo due cicli di chemio hanno risposto in modo positivo alla malattia o hanno una forma stabilizzata.

Ultimissime ricerche e studi del tumore al polmone sono i corso per valutare se la somministrazione del vaccino può prevenire la ripresa della malattia dopo un trattamento radio terapico e valutare il tempo di progressione, sopravvivenza globale e qualità della vita. Se gli esiti di queste ultimissime ricerche saranno positive il vaccino potrà essere usato per ridurre il rischio di ripresa della malattia nelle persone operate con tumore in fase iniziale migliorando comunque la vita di quelli ormai non operabili.

Le ultimissime intenzioni dei ricercatori in merito al tumore al polmone è rendere il cancro una malattia cronica con cui il malato possa convivere esattamente come le patologie cardiache o della circolazione. Le conoscenze relative alle basi molecolari dei tumori ed i progressi che si sono realizzati in genetica e biologia cellulare che hanno permesso la formulazione di farmaci in grado di garantire risultati nel caso di forme tumorali aggressive come è spesso il tumore al polmone.

Il principio attivo più innovativo si chiama bevacizumab è il primo anticorpo monoclonale in grado di inibire il Vegf, ovvero il fattore di crescita vascolare endoteliale, uno dei più importanti fattori che mantengono vitale l'angiogenesi.

Il farmaco previene il collegamento del tumore con i vasi sanguigni circostanti ed in questo modo lo lascia senza rifornimento di sangue, importante per crescita, mantenimento e diffusione.

Viene quindi considerato un farmaco di prima linea per la forma a non piccole cellule operabile solo nel 20% dei casi quando il tumore è localizzato; la diagnosi spesso avviene in uno stadio avanzato quando le uniche armi a disposizione erano chemio e radioterapia. Mentre il bevacizumab è usato in infusione associato alla chemio, migliorando così la sopravvivenza ed il tempo della progressione della malattia, sopravvivenza maggiore del 27% rispetto a quelli che hanno avuto solo chemio.

domenica 4 ottobre 2009

La salute Degli OCchi

La salute dei nostri occhi è molto importante, ma troppe volte trascurata, quando invece va salvaguardata molto attentamente e fin da giovani.
Il distacco della reatina più comune è quello regmatogeno, che se trascurato può portare alla cecità.

Questo problema agli occhi avviene in seguito ad una trazione del corpo vitreo, una sostanza trasparente e gelatinosa nella parte centrale dell'occhio che determina la rottura parziale della retina e la conseguente infiltrazione di liquido che porta ad uno scollamento della retina stessa.

E' improprio parlare di diagnosi di distacco parziale, se la retina comincia a staccarsi, il distacco completo si verifica nell'arco di 24-36 ore.
La retina dell'occhio è composta da una membrana nervosa formata da dieci strati che riveste la parte interna dell'occhio, sede dei recettori della vista e la sua funzione è quella di ricevere immagini e di trasmettere al cervello mediante il nervo ottico, ecco che quindi è basilare salvaguardare la salute degli occhi.

Con il distacco della retina si ha la perdita parziale o totale della vista dell'occhio colpito, senza dolore all'occhio in sè, quanto la sensazione di una tenda che scende sopra i propri occhi.
I soggetti più copiti hanno una miopia elevata, quindi la forma dell'occhio miope ha un globo oculare più lungo ed una retina più fragile e sottile a seguito di trazioni vitreali.

Ovviamente non tutti gli occhi miopi hanno questo destino, quello che più conta però mantenerli e salvaguardare la loro salute, con visite costanti anche più volte all'anno.
Se il medico si accorge di una lesione allora si dovrà intervenire con un' operazione chirurgica, in anestesia locale o con un breve ricovero.

venerdì 2 ottobre 2009

Una pallina Sotto Pelle

Può capitare di sentire un nodulo sotto la pelle del proprio gomito ed esserne spaventati, ma la paura non paga, meglio forza e coraggio e andare dal proprio medico.
Per capire se la pallina sotto pelle dipenda da un trauma, un corpo estraneo, una puntura d'insetto o altro è bene farsi fare una visita dal proprio medico curante.

Una cosa da valutare sempre è lo stato della pelle, ovvero se si è in presenza di uno stato infiammatorio evidente, mentre se il nodulo non è infiammato e non cambia di dimensioni si può definire la situazione cronica.
Mentre se la pallina sotto pelle risulta infiammata , arrossata, calda, dolorante e tumefatta il problema è in fase acuta.
Nel momento in cui il nodulo si trova nei pressi di un'articolazione si deve anche vedere se questa pallina è fissa o mobile.

Se la pallina sotto pelle non è infiammata e non fa male potrebbe dipendere da un lipoma o da una ciste, io ho diversi lipomi sotto le cosce, sono tumori di origine benigna, tessuto grasso che tende a crescere leggermente ma senza mai degenerare in tumore maligno.
I lipomi sono formazioni elastiche al tatto, chiuse in una capsula e possono essere numerose, se danno fastidio e sono di piccole dimensioni possono essere asportate chirurgicamente in ambulatorio.

Al contrario le cisti sono formazioni di vario tipo le più comuni sono quelle sebacee, le quali originano dal follicolo pilifero o dalla ghiandola sebacea che rigonfiandosi ottura il poro da cui fuoriesce il grasso, queste danno fastidio solo se si infettano e crescono velocemente per via del pus.
Nel momento in cui la pallina sotto pelle tende ad infiammarsi ed è mobile si potrebbe trattare di un'infiammazione legata ad un tendine o legamento determinata quindi da uno stress meccanico, per far si che la pallina regredisca si possono usare degli antinfiammatori mentre per eliminarla serve l'intervento chirurgico.

IL RAGGIUNGIMENTO DEL BENESSERE IN 10 MOSSE

Mettersi a dieta e stare in forma nel lungo periodo a qualche persona possono sembrare delle cose assurde, eppure non è così complesso quano si sanno le giuste strategie.
Ecco che per voi c'è il mio percorso : Il raggiungimento del Benessere in 10 mosse, ma per chi ne vuole sapere di più Sabato 17 otobre dalle 15 alle 18 c'è il seminario:
" IL RAGGIUNGIMENTO DEL BENESSERE IN 10 MOSSE", si terrà a Pradamano , Udine, statale 56 Udine-Gorizia, sopra L'interspar all'' Hart HArmony Dance.

Se desiderate parteciparvi ricordo che è gratuito , basta la prenotazione a
federica.goia@libero.it entro e non oltre il 15 ottobre 2009.

UN BEL SORISO

Molte persone dopo una certa età, soprattutto, pensano che avere un bel sorriso sia praticamente impossibile. Invece non è così anzi, oggi l'implantologia ha fatto passi da gigante anche a chi ha la mandibola troppo sottile e fragile dall'osteoporosi.

Se c'è chi ha un osso troppo inconsistente è necessario intervenire con un altro impianto chiamato iuxta-endosseo-osteointegrato per riavere così un bel sorriso.
Per poter realizzare questo tipo di impianto si fa una tac multislice 64 e da questa si ricava il modello stereoligrafico dell'osso ovvero senza la copertura gengivale.

Eseguito il disegno dell'impianto il laboratorio lo potrà poi realizzare fondendolo al titanio, una volte fuso viene radiografato per controllare la perfezione della fusione.
A sterilizzazione avvenuta dell'impianto si procede con precisione millimetrica al posizionamento nella bocca, riprendendosi poi quel bel sorriso.

L'intervento chirurgico viene eseguito in anestesia locale o generale, si apre la gengiva e nell'arco di 15-20 minuti l'impianto è inserito, il tempo è lungo per arrivare a suturare la fibromucosa, al termine dell'intervento si può subito ricominciare a mangiare, dopo circa due settimane a guarigione avvenuta sarà possibile inserire la protesi definitiva.

Rispetto ai comuni impianti per avere un bel sorriso quello iuxta-endosseo-osteointegrato è fuso in titanio e completamente ricoperto da una matrice ossea.
Il titanio ha dato una svolta in quanto esclude reazioni allergiche e problemi di ossidazione.
La Dbm è una sostanza che nell'arco di tre mesi si trasforma in osso ed è quindi in grado di stimolare la produzione di osteociti, ovvero le cellule ossee con poteri di crescita.

Il modello stereolitico unito al metallo puro e la matrice ossea permetteranno di riavere la funzionalità della masticazione e l'estetica di un bel sorriso, evitando così il trapianto dell'osso con prelievi da altre zone del corpo con tempi operatori e di degenza poi troppo lunghi.
I costi finali allora per un bel sorriso si aggirano attorno agli 8 mila euro, ma ne vale davvero la pena.

SINDROME PREMESTRUALE

Se mi dovessi mettere a fare un sondaggio fra le donne su qual'è il disturbo, malessere che proprio proprio non sopportano, credo senza ombra di dubbio che per la maggior parte delle donne mi risponderebbero: la sindrome premestruale.

La colpa della sindrome premestruale è data dall'aumento del progesterone , ormone prodotto dalle ovaie in grandi quantità dopo l'ovulazione , giocando un ruolo importante anche la predisposizione personale, ma soprattutto quello che conta molto è come la famiglia ha fatto vivere questi primi momenti ad una bambina al momento del menarca e che ruolo riveste la donna all'interno della famiglia e soprattutto che concezione ha il padre della donna in generale.


Ma guarire dalla sindrome premestruale si può , sottoponendosi ad un ecodopler degli arti inferiori che attraverso gli ultrasuoni studia la struttura ed il flusso di sangue delle vene delle gambe per verificare che alla base dei gonfiori non ci sia un'insufficenza venosa che allora riciderebbe specifici trattamenti.

Ma per attenuare i sintomi della sindrome permestruale è importante modificare anche il proprio stile di vita , quindi ridurre il consumo di cibi fritti ed insaccati, preferendo l'acqua oligominerale povera di sodio, cambiando alimentazione però è anche necessario fare dell'attività sportiva regolare, anche in quei giorni.
Inoltre sono molto utili i massaggi linfodrenanti eseguiti da personale esperto e usare delle calze contenitive a compressione graduata da tenere soprattutto nei giorni critici.

Tra l'altro per combattere la sindrome premestruale si possono usare anche dei farmaci fitoterapici a base di betulla, pilosella e centella asiatica che aiutano a drenare i liquidi in eccesso.

giovedì 1 ottobre 2009

Problema di Cervicale

Molte persone hanno spesso vertigini, giramenti di testa, con conseguente nausea e vomito. L'artrosi della colonna cervicale oltre a dare dolori alla nuca può determinare anche nausea e disturbi dell'equilibrio.

Nella colonna cervicale oltre alle radici dei nervi diretti alle braccia passano i nervi del sistema nervoso parasimaptico, una importante zona del cervello che regola le funzioni organiche autonome come l'equilibrio e gli stimoli della nausea.

Se la vostra colonna cervicale ha il problema dell'artrosi anche le terminazioni nervose possono risultare compromesse. A determinare l'artrosi cervicale è l'usura della cartilagine che ricopre l'articolazione delle vertebre, il processo può essere legato a posture sbagliate oppure all'invecchiamento precoce della parte o usura della cervicale a causa di eccessive sollecitazioni.

Con l'artrosi della cervicale spesso oltre alle articolazioni si deformano anche i margini delle vertebre che alla lunga possono determinare una deformazione della struttura ossea, per confermare la presenza di artrosi cervicale si fa una radiografia alla colonna e in vaso di dubbio si prosegue con Tac e Risonanza Magnetica.

Per il dolore alla cervicale si prescrivono farmaci anti infiammatori tipo aspirina e ibuprofene , ma serve sempre un sostegno di tipo fisioterapico o fisiatrico, limitando il più possibile l'uso dei farmaci.

Risorse Utili

Dieta Dimagrire
Raggiungere Il Peso e la Forma Desiderata Definitivamente

Libera la Tua Salute
Scoprire il Tuo Corpo e il Tuo Istinto per Trovare il Benessere
Autodifesa Alimentare
I Trucchi per Controllare il Peso e Vivere Meglio

Seduzione Sesso
Tecniche di seduzione rapida e comunicazione per ogni sesso

PNL Ipnosi
Raggiungi l'eccellenza con i segreti dei più grandi geni
Dieta Peso
Dimagrire e Controllare il Peso con le Regole dei Magri Naturali

Rilassamento Ipnosi
Strategie di Rilassamento, Dinamica Mentale e Ipnosi

Piacersi per Piacere
Viaggio alla Riscoperta del Potere Femminile
Smettere Di Fumare
Il Metodo Definitivo per Smettere di Fumare e Ritrovare la Libertà
AUTOSTIMA.NET: PNL E CRESCITA