FARMACO SALVA PROSTATA

L'estate scorsa è stata diffusa la notizia che i ricercatori della Mayo Clinc del Minnesota in America, uno dei centri di eccellenza mondiale per la diagnosi e la cura del tumore alla prostata avevano messo a punto un farmaco in grado di guarire tumori alla prostata in fase avanzata.

Il farmaco è stato soprannominato Sacro Graal della ricerca sul tumore alla prostata, in quanto due malati ritenuti inguaribili sarebbero guariti assumendo solo una dose, nulla di più falso. Uno dei massimi esperti in questo campo ha spiegato che si è vero il farmaco esiste, ma è ancora in via di sperimentazione.


Il tumore alla prostata colpisce in maggior parte gli uomini dai 50 in poi, in Italia si ammalano circa 21.000 persone, le possibilità di guarire sono molto elevate rispetto al passato grazie alla diagnosi precoce che vi può permettere di salvare la vostra prostata.
Anche se personalmente reputo importante fare sempre una consultazione con la medicina olistica che vi può dare un ottimo sostegno da un punto di vista psico pedagogico per evitare di " morire dalla paura di morire".

Per salvare la propria prostata si fa l'esplorazione rettale, dove l'andrologo può rilevare la massa tumorale , che al tatto si presenta più consistente ed irregolare dovuta all'ipertrofia prostatica benigna, sono però necessarie altre indagini.

Il primo esame che si esegue è il PSA che risulta aumentato quando si ha qualche disturbo anche benigno alla prostata, ma che va sempre fatto consultando uno specialista.
Per salvare la prostata poi c'è anche l'ecografia trans rettale e la risonanza magnetica che permettono di visualizzare la prostata e l'estensione della massa tumorale.

In futuro gli esami tradizionali potranno essere completati da più test che oggi sono ancora in via di sperimentazione.
Uno di questi è il dosaggio delle metalloproteinasi, enzimi che sono coinvolti nella crescita del tumore e nella diffusione metastasi.
Il livello di queste sostanze è basso nei tessuti sani, aumentando quando c'è in atto un tumore.
Recenti indagini hanno permesso di individuare due geni RNASEL & ELAC2 che si presentano con una certa frequenza negli uomini affetti da tumore alla prostata. L'altro invece è associato all'insorgenza del tumore in età giovanile.

Il farmaco quindi va assunto dalla persona nel momento in cui l'uomo è molto anziano o la massa tumorale è molto estesa per poter intervenire chirurgicamente.
Si può quindi prescrivere un farmaco o una serie di farmaci che riducono il livello del testosterone che va ad influire negativamente sulla diffusione delle cellule tumorali.

Se la malattia è molto avanzata si ricorre ai bifosfonati di terza generazione che bloccano la crescita delle metastasi alle ossa.
Inoltre negli uomini che per particolari malattie non sarebbero in grado di sostenere un intervento chirurgico si può anche ricorrere alla radioterapia conformazionale tridimensionale che permette di somministrare una dose elevata di radiazioni in una zona circoscritta in modo da evitare l'esposizione al tessuto sano.

Negli uomini più giovani con tumori di dimensioni non eccessive e senza diffusione di metastasi si può intervenire anche con un intervento chirurgico salva prostata; l'intervento classico che consiste in un'asportazione chirurgica di tutta la prostata, si effettua in anestesia generale effettuando un'incisione a livello addominale mediante la quale viene asportata la ghiandola.

In fase di intervento poi si possono trattare i tessuti sani non rimossi con una radioterapia intra-operatoria per bloccare eventuali cellule tumorali invisibili " fuggite " dalla prostata malata.
La nuova frontiera è rappresentata dalla chirurgia robotica che permette di asportare la prostata mediante piccoli fori che sono praticati nell'addome in anestesia generale o spinale.
Praticata però solo in alcuni centri per cui è meglio chiedere consiglio allo specialista curante.