Tra le ultimissime novità in materia di tumore al polmone c'è un vaccino che abbatte el recidive di ricaduta della malattia, cure all'avanguardia che permettono di otteenre risultati inaspettati fino a qualche anno fa.
Passi avanti si sono fatti nella scoperta del tumore al polmone nonostante ci siano circa 1 milione e 300 mila coasi all'anno , din questi 40 mila in Italia.
Del tumore al polmone il fumo è la causa principale , in questi ultimi anni si stanno manifestando semrpe di più i casi di mesotelioma, forma ultimissima di tumore determinata dall'esposizione massiccia all'amianto.
Molte vite potrebbero infatti essere salvate da trattamenti tempestivi, pa possibilità di guariguone è elebvata se la scoperta del tumore avviene quando è piccolissimo, oggi invece viene scoperto tardi perchè molti sintomi inziali come tosse e dispnea vengono sottovalutati, scambiandoli per bronchite cronica.
Tra le ultimissime novità la tecnica al momento più all'avanguardia è la tac spirale, esame che è in grado di ricostruire un'immagine dell'apparato respiratorio simile all'originale, ovvero come si stesse facendo una ripresa dall'interno e misurare la densità del tessuto polmonare con grande accuratezza. Così facendo sarà possibile un controllo più preciso anche delle zone più nascoste.
Il tumore del polmone può essere a piccole cellule nell'80% dei casi e non-a-piccole-cellule il quale può essere ii tre tipi:
> Carcinoma a cellule squamose;
> Adenocarcinoma;
> Carcinoma a cellule larghe.
La prima forma è quella che ha maggiore correlazione con il fumo, questa forma di tumore tende a crescere lentamente ed infatti ci vogliono un paio di anni prima che sia evidente, più comune negli uomini e anziani.
L'adenocarcinoma si presenta solitamente come un tumore isolato nelle aree periferiche del polo me, si diffonde rapidamente nel corpo soprattutto nel cervello, il rivestimento della cavità toracica e le ghiandole surrenali, più frequente fra le donne fumatrici. Invece il tumore a cellule larghe , così definito per via delle cellule larghe e tondeggianti , colpisce sia uomini che donne ed è il meno diffuso.
Attualmente non c'è ancora un unanime consenso per quanto riguarda i criteri del candidato ideale, ma potrebbe essere un soggetto che fuma da oltre 20 anni perché l'incidenza della malattia aumenta in chi accumula sigarette, lo dimostra anche il fatto che i soggetti più predisposti ad ammalarsi hanno circa 60 anni.
La responsabilità primaria del tumore al polmone è il fumo di sigaretta , i più colpiti fino a qualche anno fa erano gli uomini oggi è quasi pari. Per quanto riguarda la diagnosi tra le ultimissime vie che stanno studiando i ricercatori in diverse parti del Mondo è la messa a punto di test in grado di identificare le espressioni genetiche che predicono il rischio di tumore. Inoltre hanno anche individuato un'impronta genetica nei fumatori affetti da tumore al polmone.
Tra le ultimissime news mediante una sofisticata analisi del sangue sono stati comparati i linfociti del sangue di un gruppo di malati con quelli di volontari sani, sono quindi stati scoperti alcuni geni specifici nel primo gruppo; i ricercatori hanno quindi esaminato il gruppo di fumatori sani, in alcuni casi erano gli stessi presenti nei malati; nella maggior parte degli individui sani il tumore si è manifestato nell'arco dei due anni.
Prove alla mano hanno permesso agli studiosi di dimostrare che il test sul sangue ha un grado di accuratezza al 90%, dati promettenti anche se non definitivi. Tra le ultimissime ricerche effettuate c'è uno studio che riguarda i test, firmato dall'Università di Torino.
E' un'analisi del sangue che permette di individuare la presenza di geni specifici per lo sviluppo del tumore e il grado di aggressività della malattia; test che sarà indicato in particolare per il tumore polmonare non a piccole cellule. Grazie all'analisi del tessuto genetico della massa tumorale sono già stati identificati per la prima volta 15 geni che potevano predire la risposta alle cure.
Tra le ultimissime scoperte in materia di tumore ci sono due vaccini in sperimentazione: Mage-A3 e L-BLP25. Il MAge-A3 addestra il sistema di difese naturali dell' organismo a riconoscere ed eliminare le cellule tumorali in maniera selettiva. Nei mesi prossimi partiranno le ultimissime sperimentazioni con risultati promettenti.
Il vaccino è mirato soprattutto al tumore polmonare, in una seconda fase c'è stata una riduzione del 30% di ricomparsa della malattia, negli individui in cui sono stati analizzati set di geni chiave per predire la risposta al trattamento e che sono risultati positivi all'antigene tumorale MAgeA3, la riduzione del rischio di comparsa è pari quasi al 50%.
Altre ultimissime scoperte c'è L-BLP25 che attiva il sistema di difesa a riconoscere gli antigeni MUC1 delle cellule cancerose distinguendo quelle sane e uccidendole. E' indicato per il tumore polmonare non a piccole cellule in stadio III non resecabile in malati che dopo due cicli di chemio hanno risposto in modo positivo alla malattia o hanno una forma stabilizzata.
Ultimissime ricerche e studi del tumore al polmone sono i corso per valutare se la somministrazione del vaccino può prevenire la ripresa della malattia dopo un trattamento radio terapico e valutare il tempo di progressione, sopravvivenza globale e qualità della vita. Se gli esiti di queste ultimissime ricerche saranno positive il vaccino potrà essere usato per ridurre il rischio di ripresa della malattia nelle persone operate con tumore in fase iniziale migliorando comunque la vita di quelli ormai non operabili.
Le ultimissime intenzioni dei ricercatori in merito al tumore al polmone è rendere il cancro una malattia cronica con cui il malato possa convivere esattamente come le patologie cardiache o della circolazione. Le conoscenze relative alle basi molecolari dei tumori ed i progressi che si sono realizzati in genetica e biologia cellulare che hanno permesso la formulazione di farmaci in grado di garantire risultati nel caso di forme tumorali aggressive come è spesso il tumore al polmone.
Il principio attivo più innovativo si chiama bevacizumab è il primo anticorpo monoclonale in grado di inibire il Vegf, ovvero il fattore di crescita vascolare endoteliale, uno dei più importanti fattori che mantengono vitale l'angiogenesi.
Il farmaco previene il collegamento del tumore con i vasi sanguigni circostanti ed in questo modo lo lascia senza rifornimento di sangue, importante per crescita, mantenimento e diffusione.
Viene quindi considerato un farmaco di prima linea per la forma a non piccole cellule operabile solo nel 20% dei casi quando il tumore è localizzato; la diagnosi spesso avviene in uno stadio avanzato quando le uniche armi a disposizione erano chemio e radioterapia. Mentre il bevacizumab è usato in infusione associato alla chemio, migliorando così la sopravvivenza ed il tempo della progressione della malattia, sopravvivenza maggiore del 27% rispetto a quelli che hanno avuto solo chemio.
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