Nella nostra cultura la positività dell’immagine fisica è data soprattutto dalla magrezza, che da qualità fisica si è trasformata in virtù morale.
Il comportamento alimentare per quanto quotidiano ed indispensabile è a volte problematico, non solo in adolescenza e non dipende dalla disponibilità del cibo.
Esso evoca la storia personale ed affettiva che ognuno di noi ha avuto e ha tutt’ora con la madre che prima gli ha fornito nutrimento ed affetto. D’altro canto esso affonda le sue radici nella storia e cultura di un paese, gruppo sociale, come testimoniano le restrizioni alimentari delle diverse religioni e tradizioni.Tale scontento può essere considerato la spia di una generale insoddisfazione di sé, che si focalizza sul corpo per varie ragioni sociali e non solo perché in questo periodo ci sono delle trasformazioni fisiche.
Siamo in una società dove quello che conta è l’apparire rispetto all’essere, corpo e aspetto fisico acquistano una grande importanza e su di essi si concentrano insoddisfazioni e ansie delle adolescenti e non solo le ragazze, sono maggiormente vittime dei modelli impossibili di bellezza femminile presentati dai mass media.
Il massimo rischio lo troviamo fra quelle persone che hanno un comportamento anoressico – bulimico, ovvero l’uso di lassativi, vomito autoindotto come espedienti per perdere peso. A questi atteggiamenti si associa una personalità con bassa autostima, alto senso di alienazione e depressione. Vivono come stressanti le relazioni in famiglia che offre scarso sostegno nell’aiutarle. Maggiore uso di sostanze psicoattive e comportamenti rischiosi e devianti.
Le ragazze si nota hanno una problematica costruzione del sé. La dieta sembra rappresentare un tentativo di controllo su di sé e il proprio corpo. L’aspetto auto lesivo diventa evidente nei comportamenti anoressico- bulimici. Tali comportamenti esprimono anche una componente trasgressiva nei confronti dei genitori e del mondo infantile che essi rappresentano.
Nell’alimentazione consolatoria il cibo rappresenta un modo fallimentare per contrastare sentimenti depressivi, di solitudine, di scoraggiamento e per cercare di far fronte a situazioni vissute come stressanti oltre la propria capacità risolutiva. Vivono la scuola come inutile, la loro vita è sedentaria e solitaria.La scuola dal canto suo svolge un ruolo protettivo nella costruzione dell’immagine di sé, può contribuire a riflettere sul tema dell’identità femminile e maschile e sulla complessità e contraddittorietà dei modelli che vengono proposti. Gli adolescenti si alimentano in modo più distorto se sono tagliati fuori dalle attività dei coetanei e incapaci di affrontare la vita adeguatamente.
È importante offrire agli adolescenti ( maschi & femmine) opportunità di riflessione e azione a cui gli adolescenti possono attingere come utili risorse nel processo di costruzione della propria identità.
In una prospettiva psicodinamica il disordine alimentare potrebbe essere connesso ad un mancato superamento di complessi arcaici. Importanti non sono solo le relazioni madre- figlia, ma anche la relazione che c’è tra coniugi e tra genitori ( entrambe) e figli.
L’attrattiva esercitata dalle dieta è associata all’aspettativa di poter acquisire con il dimagrimento un aspetto più gradevole, in linea con gli standard di desiderabilità proposti dai media. La dieta spesso viene vista come un’ àncora di salvezza dal destino di “donna grassa”, anche se poi in realtà il problema non sussiste. Studi recenti mostrano come sottoporsi a restrizioni alimentari costituisce il più importante fattore predittivo dell’insorgenza nei giovani dei cossiddeti “ disturbi alimentari psicogeni”.
Soprattutto chi inizia una dieta in età giovanile, magari per consiglio dei medici, ha grandi probabilità di ricadere in questa soluzione negli anni dell’adolescenza o dell’età adulta. Alchè durante il periodo di dieta avrà delle tentazioni date dalla fame, conseguente aumento di peso,che la porterà a vivere sempre con maggiore preoccupazione e sensi di colpa.
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