La dieta quindi intesa come regime nutrizionale restrittivo, ma transitorio, predispone il soggetto ad aumentare di peso a lungo termine. Proprio perché nell’effetto temporaneo poi c’è la ricaduta che predispone alla ripresa ( con gli incentivi) del peso perso. Effetto regolare, con poche eccezioni, soprattutto per il sesso femminile.
La spiegazione è da crearsi sia sul piano metabolico che psicologico, comportamentale.
Sul piano fisiologico, la relativa deprivazione nutrizionale cui sottoponiamo l’organismo durante la dieta orienta il metabolismo verso il risparmio energetico e l’assimilazione più efficiente degli alimenti. Ecco perché la perdita di peso è sempre più lenta, man mano che la dieta prosegue. Effetto che si mantiene più a lungo di quanto dura la dieta. Il sistema conserva memoria della possibilità di cadere in carenze e provveda ad automatiche contromisure, aumentando la tendenza a conservare calorie. Recenti studi hanno poi dimostrato l’effetto che diete croniche predispongano a disturbi dell’umore e quindi a disturbi dell’alimentazione.
Sul piano psicologico gli effetti sono ancora più evidenti, perché la mancanza del cibo via via si fa sempre più forte, le restrizioni ci risultano sempre più pesanti e inutili ( non riuscire a dimagrire), e soprattutto perché durante il periodo di dieta non sono state corrette le vecchie abitudini sbagliate.
Dopo un certo periodo comincia l’impulso della trasgressione delle regole, il soggetto pensa di essersi sacrificato abbastanza, di avere fame, di non avere più forza sufficiente per stare a dieta.
Comincia quindi il circolo vizioso della persona grassa ( vera o presunta) che si mette a dieta, ok..trasgredisce mangiando molto, si sente in colpa…digiuno, dieta, fame e si ricomincia, con il danno di accumulare kg in più che prima non aveva e di rallentare il metabolismo.
Iniziando una dieta spesso ci si sente pieni di euforia, tanto più l’aumento ponderale o seguente rallentamento risulta deludente fino a portare alla depressione. Oscillazione del comportamento alimentare, i cui effetti ponderali ed emotivi possono rimanere confinati all’interno di una fascia di variabilità accettabile, spesso aumentano di grandezza con il passare degli anni, portando il soggetto a misure sempre più drastiche, sempre più restrittive, a condotte di eliminazione dei cibi ( con purghe o vomito) ad episodi di “ sgarri” eclatanti, fino alle abbuffate.
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