A parlare di pillola abortiva vengono su mille dubbi.
La legge 194 la chiama interruzione volontaria della gravidanza, e scegliere la pillola abortiva è sempre una scelta pesante e difficile per ogni donna, scelta che dovrebbe trovare conforto almeno nella scienza.
La Pillola abortiva autorizzata dall'Agenzia del farmaco Aifa è ora bloccata in attesa di decidere come andrà gestita.
Fino a ieri chi non desiderava proseguire la gravidanza poteva ricorrere solo all'aborto chirurgico, oggi grazie alla chimica si produce questa pillola abortiva, RU486 steroide sintetico, mifepristone che insieme ad un altro farmaco, una prostaglandiona porta all'aborto con una perdita di sangue simile al ciclo.
Secondo l'iter sperimentale con la pillola abortiva che ha coinvolto 1788 donne, il primo giorno in ospedale la paziente assume la pillola e poi in base alla sua personale volontà può tornare a casa o fermarsi qualche giorno in ospedale.
Nei due giorni successivi la pillola abortiva agisce sulla muscolatura e ammorbidisce il collo dell'utero senza dare problemi.
Dopo 48 ore la donna torna in ospedale e assume il secondo farmaco, la prostaglandina che produce le contrazioni e l'espulsione dell'embrione, le contrazioni possono dare dolore, ma solo un terzo delle donne assistite ha avuto la necessità di un antidolorifico.
Per l'assunzione della pillola abortiva vanno evitati tutti quei casi di donne affette da patologie gravi della coagulazione del sangue, dei reni, fegato e asma grave in quanto si può rischiare un'emorragia.
Le perdite di sangue date dall'assunzione della pillola abortiva sono simili a quelle di un aborto spontaneo nei primi tre mesi, sanguinamento più abbondante di un ciclo mestruale regolare accompagnato da contrazioni uterine che durano qualche giorno.
Dopo 40 giorni circa ciclo e fertilità sono regolari ed è sempre meglio di un raschiamento che invece è un intervento chirurgico.
C'è chi ha ancora dei dubbi sulla pillola abortiva riguardo al ricovero ospedaliero, il quale non lo si reputa importante se non per il terzo giorno, altrimenti se non ci si può assentare per vari motivi dal lavoro si fa a casa sotto stretto controllo medico.
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