Nutrizione e Psicologia
Ambire a perdere peso sta aumentando sempre di più in questa società, un richiamo a stereotipi più che ad uno stile di vita sano.
Il sovrappeso è determinato da una moltitudine di fattori: genetico, comportamentale, psicologico e sociale. In merito a
questo decenni di insuccessi terapeutici dimostrano che per affrontare il
problema non basta seguire una dieta alimentare.
Un corretto programma di educazione alimentare
necessita del sostegno psicologico.
Il cibo ed il mangiare è un linguaggio a tutti gli
effetti, con una sua logica, una sua grammatica , spesso di difficile
comprensione in quanto tutto ciò è carico di significati psicologici: mangiare
è un modo per calmare stati nervosi spiacevoli, associati ad eventi o fasi
della vita che si sta vivendo.
Ci si chiede quindi : “ Dove origina il mangiare
troppo?”.
Questa domanda ha milioni di risposte, ognuno ha il
suo perché.
Nutrizione e psicologia
Il motto latino “ mens sana in corpore sano”
rappresenta una valida espressione di quella sana ambizione che ogni
società dovrebbe coltivare per evadere così dalla cultura dominante
dell’apparire che tende sempre più ad imporre canoni estetici fini a sé stessi.
Troppo spesso il desiderio di dimagrire e la
conseguente dieta trovano le proprie radici nell’ insoddisfazione generale che
sfocia poi in un’insoddisfazione per la
propria immagine corporea. Si tende quindi a vedere le altre
persone sempre come più brave, più belle, arrivate laddove noi non siamo
arrivati. Un’immagine non in linea con i
canoni estetici promossi da una società
che si sforza di associare
bellezza effimera e spogliata della sua nobiltà.
Ogni epoca storica ha i suoi canoni di bellezza.
Dalle donne con forme piene ed abbondanti, intimamente legato all’immagine
della fecondità e della procreazione fino all’utilizzo nel ‘700 dei busti per favorire il “ vitino
da vespa”, passando per la donna procace
e mediterranea in auge negli anni ’30, fino ad arrivare negli anni ’60 dove c’era il mito di una
donna molto magra.
A partire dal 3° millennio si afferma la magrezza assoluta come canone
di bellezza femminile assoluto.
Attualmente l’apparire è sempre importante
e la bellezza è un imperativo, una vera ossessione che induce di venerare le
fattezze delle dive del piccolo schermo, come le attrici dai fisici perfetti e
le modelle.
Da questo detto emergono chiaramente le due facce
della medaglia: l’invito da parte della
cultura della sanità a perdere i chili superflui, incentivando una condizione
fisica in equilibrio, in grado di ridurre i rischi di patologie e sentire il
piacere della leggerezza; dall’ altro vi è la tendenza a ricorrere un ideale
corporeo, spesso irrealizzabile e fonte di disperazione.
Nutrizione e Psicologia
Spesso
le persone tendono a percepirsi
in funzione del proprio aspetto fisico.
Processo psicologico che vede
l’individuo riflettere il proprio sé come parte più profonda della personalità,
nel sé fisico riducendo la percezione di sé all’ immagine che vede proiettata
nello specchio. Questo incide in maniera significativa sull’autostima ed è un
processo simile a quello che si può osservare nell’ ambito dei Disturbi del
Comportamento Alimentare con sfumature
diverse.
Una donna anoressica percepisce il proprio corpo
sempre come troppo grasso.
È come se la
persona anoressica mediante uno “
specchio interno” che rimanda un’immagine di sé che non è reale, ma che è la
realtà dell’anoressica.
Un aspetto che sembra speculare è quello del body
builder, dove si evidenzia la tendenza di alcuni atleti a percepire la propria
muscolatura meno voluminosa di quanto sia in realtà, mostrando anch’essi una
percezione distorta dell’immagine corporea, fenomeno definito come Vigoressia.
In entrambe i casi sembra emergere un fenomeno di
autoinganno, molto presente nell’ambito dei DCA e che in tal caso consiste nel
relegare la consapevolezza di sé al proprio aspetto fisico, traducendo tutto
ciò che di bello caratterizza la propria personalità. L’autoinganno sembra
fondato su azioni tutt’altro che inconsapevoli: esso rappresenta la scelta
della cecità dello spirito, il non voler sapere né capire, un concetto simile a
quello espresso da Winnicott con il cosiddetto “ Falso Sé”.
Nutrizione e psicologia
L’intervento psicologico per il controllo del peso risulta basilare
per sostenere l’individuo lungo il percorso del dimagrimento.
Comportando quindi un cambiamento dello stile di vita, a
cominciare dalla dieta curata da un esperto dell’alimentazione fino alla
pratica dell’attività fisica che induce ad evadere dalla trappola della
sedentarietà. Tutto questo deve essere
supportato da un intervento psicologico per andare alla ricerca vera di dove
nasce la propria insoddisfazione che induce quindi la persona a scatenarsi sul
cibo.
Sport pro e contro.
Ci sono diversi studi e ricerche che
evidenzia l’incidenza positiva dell’attività fisica sul benessere psicofisico
degli individui. In alcune persone la ricerca attiva di una migliore forma
fisica può essere alla base di un minore senso di inadeguatezza.
Al contrario l’attività fisica e in alcuni casi lo
sport , per alcune persone possono
diventare amplificatori delle difficoltà emotive e psicologiche, o un
contenitore in cui proiettare aspettative irrealistiche che una volta disilluse
possono portare senso di frustrazione e
fallimento.
L’intervento psicologico valorizza la costruzione
della motivazione slegata da condizionamenti esterni aiutando l’individuo a
porsi obiettivi realizzabili in un sano equilibrio tra etica ed estetica, dove
la perdita di peso è sinonimo di benessere
con sé e con gli altri.